Il mercato sbatte la porta in faccia ai club italiani

Uno studio rivela: tutti troppo cari, non solo gli irraggiungibili Messi e C. Ronaldo. E persino Sneijder...

Il mercato sbatte la porta in faccia ai club italiani

Con la crisi l'italiano medio si adegua. Così, se c'è da riparare l'anta di un armadio o da verniciare lo steccato, il fai da te va sempre più di moda. Non fa eccezione Adriano Galliani, che proprio italiano medio non è, ma da tempo è costretto a circolare con la calcolatrice in tasca per far quadrare i conti del Milan. All'ad si è rotto il muro di centrocampo, Nigel De Jong (operato, sei mesi di stop), preso negli ultimi giorni di mercato per non lasciare Allegri senza dighe con cui frenare le piene degli avversari. Per ripararlo ci vogliono mesi, come fare? Con il portafogli gonfio la risposta è facile. Ci sarebbe quel De Rossi in rotta con Zeman, oppure il giovane Strootman che piace addirittura a sir Alex Ferguson, uno che se ne intende. Male che vada, vai con l'usato garantito: l'ex Juve Momo Sissoko. Galliani strabuzza gli occhi, poi storce il naso. «Impossibile», tuona Adriano all'uscita dal ristorante Giannino, dove lunedì sera ha partecipato alla serata benefica organizzata da Federica Nocerino, moglie di Antonio, a sostegno dell'Associazione piemontese per l'assistenza alla sclerosi laterale amiotrofica.

«Sostituiremo De Jong con quello che abbiamo in casa», il monito dell'ad rossonero. Che tradotto in parole (molto) povere, significa Muntari e Strasser. Due giocatori reduci da infortuni seri e problematici. E il top player? Allegri da Giannino si è aggiudicato la maglia di Cavani all'asta. Un po' come ricevere per Natale un pacco con fiocchi e controfiocchi, ma vuoto all'interno. «Al tecnico ho detto che il contenuto è ancora più caro, quindi deve accontentarsi solo della maglia», scherza ma non troppo Galliani. I milanisti si consoleranno con le dichiarazioni d'incedibilità su El Shaarawy. «Giuro che resta da noi». Per il resto, niente regali e forse un Robinho in meno. In Brasile credono che il ritorno di Binho in patria possa essere annunciato prima di Natale. Al Santos o a un altro club.

Il Milan però non è l'unica società italiana cui sono precluse le porte al mercato che conta. Anzi, a dirla tutta in Serie A nessuno può permettersi più le stelle. E chi le ha già, in genere cerca di tenersele. In questi giorni la brasiliana Pluri Consultoria, azienda brasiliana specializzata in ricerche su economia e marketing nel mondo del pallone, ha pubblicato uno studio sui sessanta giocatori più cari del pianeta. In testa c'è Messi, 140 milioni di marziano in maglietta e calzoncini. Poi Cristiano Ronaldo e Iniesta, sotto i 100 milioni. E via via tutti gli altri, compresi i «nostri» Cavani (27°), De Rossi (37°), Vidal (51°), Marchisio e Sneijder (ex aequo al 54° posto). Chiude la classifica il madridista Xabi Alonso, valore di mercato 27, 5 milioni di euro. Comunque troppi per l'Italia: basti pensare che l'acquisto più caro del calciomercato estivo di casa nostra è stato Mattia Destro, finito alla Roma per circa 16 milioni. Cifra raggiunta però attraverso clausole e scambi di prestiti tali da far venire il mal di testa pure a Sabatini. Interessanti le valutazioni date da Pluri Consultoria a Mario Balotelli e Wesley Sneijder.

Il primo è quotato 33,5 milioni, più o meno il prezzo fatto circolare dal Manchester City in questi giorni. Mentre il costo dell'olandese, che potrebbe lasciare l'Inter a gennaio, è fissato a 28 milioni. Fosse vero, difficilmente lo vedremmo in Italia con un'altra maglia…...

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