Messi contro Mbappé. Fenomenologia del "10" per la lode Mondiale

Mai un ultimo atto con in campo due fuoriclasse decisivi e con un numero così iconico sulle spalle

Messi contro Mbappé. Fenomenologia del "10" per la lode Mondiale

Finora è stato un Mondiale da 10. Domenica vedremo chi si prenderà anche la lode. 10 come Mbappè e 10 come Messi, ovviamente, perché ancora una volta, alla resa dei conti, è sempre il numero 10 che fa la differenza, il numero della fantasia, il numero del talento, il numero che affascina ogni ragazzino che comincia a giocare a pallone. Chissà perché, anche adesso che il numero è libero e puoi sceglierne 99, tutti vorrebbero il 10 Dieci sembra proprio il numero perfetto per questo Mondiale, perché mai c'era stata una finale così caratterizzata da due numeri 10 siderali. Finali tra stelle assolute se ne sono viste, ma nel '98 il 10 di Zidane era contro il 9 di Ronaldo e nel '74 Beckenbauer aveva il 5 contro il mitico 14 di Cruijff. Poteva esserci nel '70, ma di fronte al 10 di Pelè, l'Italia pensò di non schierare nemmeno Rivera, che oltre tutto in Messico giocava col 14 Forse quelle che si potrebbero avvicinare sono le finali del '90, tra i 10 di Maradona e Matthaeus, del 2006 tra Totti e Zidane e, in fondo, quella di quattro anni fa tra lo stesso Mbappè e Modric, un altro 10 che ha dato lustro anche a questo Mondiale.

Un Mondiale che finora ha vissuto sul fattore M, da Mbappè a Messi, a Modric appunto (più il Marocco se vogliamo), moltiplicato per 10. Come 10 sono le finali giocate da Argentina (6) e Francia (4) e 10 sono i gol segnati dai due fenomeni in questo Mondiale, 5 a testa tra Messi e Mbappè. L'argentino che scatena i poeti delle telecronache e il francese davanti al quale non ci si dovrebbe trattenere, quando si vedono slalom come quello tra i difensori marocchini sul gol del 2-0 dell'altra sera. Una sfida, tra l'altro, già vista quattro anni fa negli ottavi in Russia e finita con Mbappé che infilzava due volte i sudamericani sotto gli occhi di uno sconsolato Messi. Incapace di lasciare il segno e costretto a fare le valigie da un altro Mondiale.

Adesso il vecchio argentino, per non andare in pensione da fenomeno incompiuto, ha bisogno di mettere in bacheca questa coppa, per staccare Cristiano Ronaldo nell'eterno duello a distanza, ma soprattutto per scrollarsi di dosso definitivamente l'ombra di Maradona, un altro 10 stratosferico sempre legato al fattore M, con cui la Pulce ha dovuto confrontarsi per tutta la carriera. Ma nell'Argentina il 10 è un numero che pesa come in poche altre squadre. Ortega e Riquelme ne sanno qualcosa. Basti pensare che casualmente, perché allora l'Albiceleste dava i numeri in ordine alfabetico, aveva il 10 anche l'eroe del Mondiale '78, Mario Kempes Poi arrivò Diego e fu l'unico a cui venne concesso di dribblare anche l'ordine alfabetico.

Mbappè invece la gloria mondiale l'ha già conosciuta, ma adesso può diventare il secondo più giovane della storia a vincere due mondiali sotto i 24 anni, eguagliando Pelè. Già, il numero 10 per antonomasia, perché Kylian ormai più che con i grandi 10 della storia dei Bleus, da Michel Platini a Zizou Zidane, sembra doversi sempre raffrontare a O Rei.

Forse perché lo ricorda di più nel gioco, forse soltanto per il colore della pelle, fatto sta che Mbappè potrebbe addirittura fare meglio, perché il gioiellino francese potrebbe essere il primo numero 10 a vincere due finali consecutive, visto che nel '62 Pelè la saltò per infortunio e al suo posto giocò un altro grande come Amarildo che aveva il 20, non a caso due volte 10. Un'impresa che avrebbe potuto firmare solo un altro sontuoso numero 10, ovvero Peppin Meazza (e ritorna anche il fattore M...), se nel '34 e nel '38 avessero usato i numeri.

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