Mihajlovic esonerato, via a testa alta

Il Bologna sbaglia il tempo della scelta. Il tecnico rifiuta la risoluzione

Mihajlovic esonerato, via a testa alta

Volevano il consenso per una porcheria. Sinisa Mihailovic, uomo vero, allenatore bravo dopo essere stato un grande giocatore, ha detto di no ai tenutari di questo Bologna senza memoria. Cacciato nel calcio dove uomini e topi giocano a rincorrersi. Dovrebbero vergognarsi in tanti. I giocatori, naturalmente, che se la cavano sempre con la scusa che ne licenzi uno per salvare tutti gli altri, anche quelli che hanno magari fatto un «mercato» da criptovalute. Quelli che ieri hanno rotto il contratto con il Sinisa tormentato persino dai masnadieri della tastiera, i più vili, riusciranno a spiegare questa febbre che a Bologna sembra contagiare tutti se la Virtus campione d'Italia nel basket ruppe il contratto con Djordjevic che gli aveva regalato lo scudetto con un bel 4 a 0 su Milano e fatto crescere tanti giocatori da Pajola a Ricci. In questi giorni la Virtus femminile ha salutato «per problemi di famiglia» (ma dai) l'allenatore arrivato per contrastare Schio. Ieri la società di calcio «straniera» sotto le Torri ha dato ascolto ai berci della curva, guardando risultati non certo incoraggianti e, naturalmente, ha scelto come capro espiatorio un uomo di calcio vero che, combattendo contro una malattia tremenda, entrando e uscendo dall'ospedale, non poteva sempre essere la roccia che serviva a certi abatini del pallone i piccoli farisei che dopo le partite andavano all'ospedale per fargli una serenata.

La malattia dello sport professionistico è sempre la stessa. Paga per primo l'allenatore. Sembra tutto logico.

Mercato sempre aperto, difficile creare una squadra quando la porta girevole fa entrare ed uscire giocatori che, spesso, sono soltanto mercenari a servizio anche se quando arrivano dichiarano di aver sempre sognato quella maglia.

Sappiamo tutti che questa stagione, spezzata dal mondiale dove l'Italia sarà soltanto in poltrona, magari maledicendo il Mancini beatificato dall'Europeo, sarà molto difficile. Non è strano che in testa alla classifica ci sia l'Atalanta del Gasperini che soltanto una settimana fa sembrava tormentato dai dubbi in una società esemplare che, però, rinvigorita da capitali stranieri, sembrava non essere più la sua. Ci saranno altri esoneri, ma questo di Sinisa, nato per combatte, lo ha fatto sempre, addolora più di altri anche se vi diranno che ha commesso degli errori. Chi non ne commette? I dirigenti di questo Bologna ? I giocatori mediocri della squadra che molto tempo fa faceva tremare il mondo, o, almeno così credeva? Vizio dello sport venduto a uomini e topi, malattia di chi preferisce non faticare per costruire, ma spera sempre di trovare Aladino, anche se la lampada è soltanto un oggetto di latta.

Mihailovic continuerà la sua battaglia cercando, magari un isola che non c'è.

Il Bologna si affiderà ad un altro allenatore per trovare un posto sicuro sopra la retrocessione. Tristezza, rabbia. Ma intanto chi paga sembra sempre avere ragione anche quando cerca un divorzio consensuale, nella speranza di passare per chi ha comunque aiutato un uomo in guerra con un male tremendo.

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