Milan e Inter, che sprechi. Il pari sprofonda Milano

Segna Menez, risponde Obi, ma è sagra degli errori: El Shaarawy e Icardi si mangiano i gol partita

Milan e Inter, che sprechi. Il pari sprofonda Milano

Milano - Il derby della Scala diventa derby da strapaese calcistico e tien tutti a fiato sospeso, perchè quello è il bello della mediocrità. Nel derby di casa Milan torna il pareggio dopo dieci anni di assenza. Stavolta almeno ci sono stati gol, anche belli nell'esecuzione, plateali negli errori difensivi. Milano non rialza la testa, ma almeno regala qualche spicchio di nobiltà. Il primo derby di Inzaghi non è proprio da esaltare, il ritorno di Mancini promette un'Inter con miglior capacità di sfruttare gioco e uomini. Potevano vincerlo entrambi se gli uomini copertina, Icardi ed El Shaarawy, non avessero regalato patacche da non ti scordar. L'Inter continua a faticare nel trovar gol fuori casa, il Milan non vince da un mese. Segnali per un campionato che sarà tutto da sudare.

Partita giocata subito in velocità, agonisticamente combattuta, calcio un po' paesano tra falli, errori, scivoloni su un campo umido e strafalcioni calcistici: i più pesanti a carico di Icardi ed El Shaarawy ad inizio e fine partita. Dopo sette minuti è toccato all'interista: un assist di Muntari, uno di quelli che non si tira mai indietro quando c'è da pasticciare, ed ecco l'argentino in volo verso la porta di Diego Lopez. Il fiato sospeso di San Siro è durato pochi attimi: il tanto perché l'interista mollasse malamente la palla verso Diego Lopez, molto più bravo nel chiudere spazio e deviare di tacco. Invece il Faraone ha fatto peggio, a un quarto d'ora dalla fine, andando via a Juan Jesus e sparando il tiro sulla traversa. Delusione e colpi di scena si sono confusi nel gran calderone di San Siro, bello nel suo pienone, magari speranzoso di vedere un calcio che, in questo momento, Milan e Inter non possono proporre: al di là di moduli e schieramenti. Mancini che ha impostato la difesa a quattro e il trio Palacio-Guarin-Kovacic dietro Icardi, e così Inzaghi che ha lasciato Torres a sfarfalleggiare invano, in attesa di trovar sponda con El Shaarawy, Menez e Bonaventura. Difesa rossonera con Mexes capitano (Seedorf venne criticato per la scelta), interisti un po' a rischio con Nagatomo e Dodò sui lati.

Ma è il calcio del centrocampo che azzoppa le due milanesi: poca cosa da una parte e dall'altra. Ieri sera, fra l'altro, Kovacic è partito un po' svanito, schiacciato fra le linee, comunque impalpabile. E il Milan, che spesso giocava a sportellate con Essien e Muntari, si deve essere sentito meno in allarme e più tranquillo nel gestire palla più che gioco.

L'Inter, spesso, ha provato a incidere da destra con il frenetico Palacio, tutti hanno messo quel pizzico di aggressività che non guasta, Icardi si è perfino sprecato in recuperi difensivi. Il Milan, invece, ha giocato con la furbizia del gattone che aspetta l'errore: puntualmente arrivato. L'Inter ha riprovato la via della rete con Guarin, Dodò si è preso una sportellata demolitrice da Muntari, che gli ha rovinato il labbro. Ma poi è stato il Milan ad infilare la sua miglior azione (ed anche l'unico vero tiro in porta del primo tempo) quando El Shaarawy è filato via da sinistra, mettendo un pallone che il piede libero, classico e tempista, di Menez ha deviato col piattone in gol. La difesa interista (Ranocchia e Dodò) è rimasta ad occhi e riflessi sbarrati, tipici errori sulla coscienza. Solita storia, avranno pensato gli affezionati dell'Inter. Quando la classe va al potere, qualcosa di meglio si vede, avranno controbattuto i milanisti. Ma il succo cronistico così scarno del primo tempo e un po' più ricco nella ripresa, è film di un derby che dimostra la classifica delle squadre. Difese tremarella, attacchi in chiaro e scuro: povero Torres, almeno Icardi sbaglia ma tira, nel finale ha scheggiato anche la traversa. Centrocampisti maestri dell'imperfezione. Ed infatti il pari dell'Inter, dopo un quarto d'ora della ripresa giocato con qualche svarione nelle conclusioni, è arrivato da una disarticolata azione milanista nel rinvio sporco di Zapata, nello scarabocchio di Essien al limite d'area che ha favorito il sinistro di Obi: per un tiro angolato e speranzoso. Miracoli del calcio e delle milanesi.

Poi Mancini e Inzaghi hanno provato di tutto: anche Hernanes e Honda per dare qualità. Le traverse toccate dai tiri di El Shaarawy e Icardi, l'ultima occasione buttata da Poli, hanno anticipato l'idea del destino: né cinico, né baro. Solo realistico.

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