Milan, esame d'Italiano. Per diventare grande basta con il mal di testa

Il tecnico viola fatale con lo Spezia nel 2021. E la squadra ora deve reggere la pressione

Milan, esame d'Italiano. Per diventare grande basta con il mal di testa

È un esame d'Italiano in tutti i sensi. Un esame di maturità calcistica, qualche volta tradita, per aspirare alla corona italiana e su questo ci sono precedenti incoraggianti per il Milan. Una, due, tre, forse anche cinque volte, messo di fronte al bivio, ha imboccato il sentiero più virtuoso. Non sono certo paragonabili a quelli ottenuti invece al cospetto di Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, che gli ha rifilato un paio di sconfitte dolorose di recente. Nel torneo passato con lo Spezia gli costò il comando della classifica ceduto poi all'Inter di Conte che volò senza altri intoppi verso lo scudetto, a novembre scorso maturò il primo stop durante il girone d'andata.

Stefano Pioli ha ricordi intatti dell'una e dell'altra. «L'ho rivista in questi giorni l'ultima anche se la ricordavo perfettamente», la precisazione, e perciò la può chiudere così. «Un campionato fa fu la peggiore partita della stagione, l'altra scandita da errori individuali al cospetto di un ottimo allenatore che fa giocare bene le sue squadre», il riconoscimento finale prima di passare alle notizie di giornata che raccontano del recupero di Bennacer e perciò annunciano il suo ritorno al fianco di Tonali con Kessiè terzo centrocampista.

E non serve più nemmeno quel ritornello che da Maldini e Tonali in avanti è stato ripreso più volte in queste ultime ore. E cioè: Milan nel passato sottovalutato, sottostimato e sbeffeggiato per non dire sfottuto da autorevoli esponenti. «In effetti è andata così ma non mi interessa molto quello che si è detto e scritto all'esterno, mi interessa quel che pensiamo noi all'interno. Conta quello che faremo da qui al 22 maggio perché avremo 4 ostacoli da superare con il nostro calcio che è emozione e passione» la tesi di Pioli che deve fare i conti con un altro inquietante tabù da esorcizzare e cioè il gol incassato in apertura di partita. È successo, puntualmente, nel derby di coppa Italia (Lautaro dopo 5 minuti), è successo ancora all'Olimpico (Immobile dopo 3 minuti). «Abbiamo lavorato molto su questo aspetto» è la conferma che certi allarmi non devono passare inosservati dalle parti di Milanello dove ieri si è presentato il solito popolo di tifosi ai quali Pioli ha dedicato l'ultimo pensiero del sabato del villaggio rossonero.

«Io non dico andrà tutto bene, io dico andrà come faremo andare noi, e dico ancora che questo è il tempo dei fatti e

non delle parole» la chiusura. Nemmeno giovedì mattina, dopo la scomparsa dell'asterisco dalla classifica, Pioli ha sprecato una sola parola. «È stato l'unico giorno in cui non ho parlato allo spogliatoio», la precisazione.

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