
C'è un filo rosso-azzurro che unisce paradossalmente i destini di Milan e Napoli. Sono entrambi reduci da ore vissute tra speranze riabilitate (derby di coppa Italia in un caso e sconfitta bolognese dell'Inter nell'altro) e pressioni da smaltire velocemente nelle prossime ore. Il Milan viaggia a Venezia inseguito dai soliti quesiti rilanciati da una stagione sempre piena di alti, rari, e di bassi, molto più continui e documentati dal nono posto. Dopo il derby stravinto di coppa Italia e la finale conquistata, vedrete che a Venezia non avrà motivazioni: sono queste le maggiori previsioni che tengono banco e che si riferiscono al passato (ricordate Cagliari dopo Madrid?; ndr) oltre che agli interessi pratici del Venezia impegnato in una generosa rincorsa verso la salvezza e già protagonista di qualche piccola impresa (in casa con l'Inter sfiorò il pari a tempo scaduto, 0 a 0 il pari imposto al Napoli di Conte). Dev'essere forse per questo motivo che SC (sta per Sergio Conceiçao) è orientato a replicare lo stesso schieramento del derby con l'unica eccezione di Thiaw al posto di Gabbia - convocato ma non ancora perfettamente ristabilito dopo l'infortunio al collo -. Quello all'ora di pranzo è un passaggio quasi obbligato per il Milan e il suo tecnico al fine di non dare nuova voce alle critiche sul conto del carattere del gruppo e in particolare per capire se questo 3-4-3 può diventare il vestito tattico rossonero anche per il futuro. Con i due gol di San Siro, Luka Jovic è inevitabilmente titolare della maglia numero 9, Abraham deve fermarsi in panchina al pari di Gimenez che sarebbe teoricamente da rilanciare per l'interesse del messicano e dello stesso club.
Anche il Napoli vive la stessa ansia perché gioca in serata dopo l'impegno pomeridiano dell'Inter, quindi conoscendo il risultato del rivale numero uno per lo scudetto, condizione che di solito non si rivela molto agevole. Nel giorno del silenzio rispettato dagli allenatori, il comandante deve fare i conti con i guai fisici del suo gruppo, in particolare di Buongiorno e Neres e quindi puntare su un 4-4-2 (già sperimentato a Venezia senza grandi risultati in materia di gol) che rimette lo scozzese Mc Tominay a sinistra, Raspadori al fianco di Lukaku e Spinazzola arretrato con lo spostamento di Oliveira al centro della difesa in assenza del recupero di Buongiorno. Il Toro, guidato dall'amico fraterno di Conte Paolo Vanoli, è decimo, appena sotto il Milan, con un impianto molto più solido di qualche tempo prima, grazie anche al campionato straordinario del suo portiere Milinkovic.
Ha appena messo in riga l'Udinese e si ripromette di diventare l'arbitro della salvezza (prossimo turno contro il Venezia) e dello scudetto (l'11 maggio affronta l'Inter). Un ruolo comodo che può offrire anche il necessario disincanto, la leggerezza insomma con cui vivere questi due snodi.
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