Il Milan non riesce a vendere nemmeno Abate e Boateng

L'Arsenal vuole il terzino, ma offre poco. Per il ghanese speranza Inte.r Il rifiuto di El Shaarawy di andare in Premier ha fatto saltare i rinforzi

Il Milan non riesce a vendere nemmeno Abate e Boateng

Il Milan che verrà corre davvero il rischio di essere identico a quello che ha appena concluso la sua strepitosa rincorsa nei primi cinque mesi del 2013 passando dalla zona retrocessione al terzo posto? La risposta più credibile al momento è una e una soltanto: ed è positiva. C’è il rischio che Galliani e Allegri siano "condannati" all'immobilismo, non per vocazione, non per scelta strategica ma per necessità. Da un anno a questa parte il diktat imposto dall'azionista al management rossonero è stato il seguente: il Milan può fare tutto purchè resti nei confini del pareggio di bilancio. La traduzione realizzata da Galliani per il suo popolo è cosi diventata la seguente: se non esce nessuno, nessuno potrà entrare. El Shaarawy ha rifiutato il trasferimento in Premier League? Bene: nessun potenziamento, già preparato a tavolino con una serie di sondaggi e informazioni in giro per il mercato italiano ed europeo, può essere portato a termine.

Robinho e il Santos non hanno raggiunto l'intesa? Bene: il brasiliano deve mettersi di buzzo buono, prendere la strada di Milanello senza farsi distrarre dalla saudade e bisogna mettere in ghiacciaia l'avanzata trattativa con la Fiorentina per reclutare Ljalic. Non deve perciò sorprendere se il primo dato sulla sottoscrizione degli abbonamenti ha segnato una cifra di discreta entità: 16.672 le tessere prenotate fino a ieri pomeriggio, secondo il dato ufficiale diffuso dall'ufficio stampa del club per smentire le voci di una clamorosa disaffezione. Non c'è la corsa al botteghino ma nemmeno l'effetto lutto al braccio registrato dopo la cessione di Kakà oppure la richiesta di risarcimento presentata all'indomani delle cessioni di Thiago Silva e Ibra.

Altra domanda del giorno: di cosa ha bisogno il Milan per accorciare la distanza che al momento appare ancora siderale dalla Juventus e che nel torneo appena concluso fu in parte giustificata dalla falsa partenza? La risposta è nelle mosse di Galliani poi frenate dalla mancanza di una cessione eccellente: Tevez e un tre-quartista di fama per l'attacco. Trascurati gli altri due reparti, difesa e centrocampo, che pure a parere di molti esperti, avrebbero bisogno di essere puntellati, cementati con qualche innesto di qualità. Tra i portieri Amelia ha capito la "mala parata" ed è pronto a rescindere il contratto: il ruolo di secondo, senza nessun annuncio solenne, ma sotto traccia, è stato già affidato al giovane brasiliano Gabriel che, a detta di Abbiati, «nell'ultimo campionato ha fatto grandi progressi».

Da Londra Arsen Wenger ha fatto sapere di coltivare l'ambizione di portare Abate all'Arsenal: ma gli inglesi sono lontanissimi dai 15 milioni di euro richiesti dal Milan e l'affare può tornare nel cassetto. Quella cifra poteva tornare utile subito per Ljalic mentre per Honda, il giapponese proveniente da Mosca, il Milan sta lasciando lavorare il suo procuratore oltre che l'interessato. Numerose le partenze possibili: Traorè e Nocerino a centrocampo, per esempio. E qui liberando due caselle, Galliani e Braida avrebbero pronte già un paio di soluzioni molto più funzionali al muovo progetto tattico deciso ad Arcore (2 punte più il tre-quartista). Anche Niang può partire in prestito: senza il tridente,l'utilizzo è diventato ancora meno prezioso.

Infine c'è un'altra pista da seguire: durante la presentazione della nuova maglia, Adriano Galliani ha dedicato a quasi tutti i componenti della rosa un aggettivo o un apprezzamento, soltanto su Boateng ha sorvolato chiamandolo "boa".

Se intervenisse una richiesta per lui, la societa' sarebbe pronta a cogliere l'occasione. Le voci si rincorrono da tempo sulla possibilità di uno scambio con l'Inter per Ranocchia. Sarebbe funzionale anche a migliorare i conti del bilancio dei due club come accadde l'anno prima con l'affare Pazzini-Cassano.

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