Non sono passati nemmeno due anni e mezzo da quel 22 dicembre del 2019, quando il Milan passò il Natale peggiore della sua era recente: i rossoneri avevano preso una memorabile 5-0 al Gewiss Stadium di Bergamo contro l'Atalanta. Fu quello il punto di partenza del nuovo Milan, che diede fiducia al gruppo, a partire dall'allenatore, aggiungendo nel successivo mercato invernale Zlatan Ibrahimovic. Poi certo, la pandemia, e tutto un altro mondo. Ma il punto più basso del Milan di Pioli era stato quel mezzogiorno di fuoco a Bergamo.
Nelle successive due visite del Milan a Bergamo, in compenso, sono arrivate altrettante vittorie, un anno fa decisiva per il posto in Champions League. È il curioso paradosso di una rivalità che fa invece risalire al 2014 l'ultima vittoria in casa del Milan contro l'Atalanta. Ma c'è una coincidenza doppia: dopo la sfida alla Dea, proprio come in quell'anno, i rossoneri giocheranno contro il Sassuolo, che otto anni fa rifilò al Milan un 4-3 allucinante, in faccia a un Allegri che sarebbe stato esonerato.
Sono i vari fantasmi del finale di campionato. Si gioca infatti tutto sul filo dei nervi, degli orari sfalsati delle partite, e con un'Inter che dopo la vittoria in Coppa Italia arriva gasata agli ultimi 180 minuti. Al Milan servono 4 punti per il tricolore, a cominciare da un risultato positivo contro una bestia nera che però potrebbe rivelarsi anche la chiusura del cerchio.
Non basta il campo. A 72 ore dalla partita decisiva per uno scudetto che manca da 11 anni, sono arrivate nuove voci sul cambio di proprietà e su presunte frizioni intorno all'operazione. Che assumono il sapore della più classica manovra di disturbo. Sta di fatto che, tramite la Gazzetta on line, Investcorp ha ieri accusato Elliott di condurre la trattativa per la cessione del Milan giocando al rialzo sul prezzo. Imputando cioè al fondo Usa la comparsa sulla scena di un altro fondo americano, Redbird, che avrebbe avanzato un'offerta da un miliardo per la società rossonera. Gli investitori arabi di Investcorp (che ha sede in Bahrain) hanno tenuto a far sapere che «i soldi sono sul tavolo» e che quindi «se Eliott vuole cedere la società sa cosa fare». In pratica un ultimatum, con diffida: non usate la nostra offerta per andarne a cercare altre. Il riferimento ai soldi è relativo alle notizie uscite e finora mai smentite, sulla struttura dell'operazione pensata da Investcorp, composta per 400 milioni da capitale del fondo, 400 debito e 400 altri partner. Ma è «un'ipotesi che lo stesso fondo rigetta con forza», ancorché solo adesso, a distanza di oltre una settimana rispetto alle notizie uscite sul debito da girare poi al Milan. C'è quindi qualcosa che non quadra e che rende la situazione più mediatica che finanziaria. Anche perché Elliott non ha mai chiamato nessuno per vendere il Milan. Sono i fondi che si sono fatti avanti.
Prima Investcorp, rendendo nota l'offerta di 1,180 milioni; e poi Redbird, apparso qualche giorno fa, una volta scaduta l'esclusiva riservata agli arabi, ma con un'offerta ben più bassa (un miliardo secondo indiscrezioni non smentite). Il che rende debole l'accusa ad Elliott di giocare al rialzo. Vedremo gli sviluppi. Da tenere però a distanza di sicurezza da Milanello.
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