Milan, solo due reti Saluto ultrà a Seedorf e l'addio a Tassotti

Strana assenza di Abate, Bonera discute col tecnico. In gol Muntari e De Jong. Espulsi Mexes e De Sciglio

Milan, solo due reti Saluto ultrà a Seedorf  e l'addio a Tassotti

Il Milan è rimasto fuori dall'Europa, secondo pronostico più che scontato. Dovrà disputare un anno sabbatico prima di recuperare l'antico prestigio e anche la Champions che è stata da sempre la sua coppa. Ma non è l'unico enigma dei prossimi giorni. Clarence Seedorf, acclamato nel finale solo dalla curva sud, non è riuscito a mettersi sul petto la medaglia: ha chiuso con l'ottavo posto che gli è valso, alla fine, l'applauso riconoscente degli ultrà. Niente di cui vantarsi, meglio scriverlo subito. Il congedo è stato appena dignitoso. Ha piegato la resistenza del Sassuolo nel primo tempo subendo solo nel finale il rigore dell'1 a 2. Per qualche minuto, il Milan è stato in Europa league col pareggio di Parma e Torino ma avrebbe dovuto mettere in cassa il 3 a 0 per esserne sicuro. E quel sigillo non è mai arrivato. Poi le notizie da Parma hanno fatto evaporare ogni pia illusione. Tutto sommato è meglio così: con un campionato più la coppa Italia a disposizione, sarà possibile procedere a significativi ritocchi rosa e di staff tecnico.

Più che il capitolo finale di una stagione orribile, è sembrato quasi un bollettino di guerra quello che è arrivato dalle viscere del Milan prim'ancora di cominciare. Il primo a esporsi è stato Mauro Tassotti che ha annunciato il suo addio dopo una vita trascorsa da calciatore e tecnico a Milanello. «Forse perché lavorerà con una persona con cui si è trovato bene» il suggerimento di Adriano Galliani che vuol dire tornare al fianco di Allegri se non subito, alla prima occasione utile. È anche una stoccata per far capire come siano stati calpestati i rapporti umani negli ultimi mesi. Solo l'eventuale e poco probabile ritorno di Ancelotti potrebbe fargli cambiare idea. Poi ci sono un paio di defezioni che fanno discutere e anche pensar male, così facciamo prima: Abate uscito dal gruppo per un piccolo acciacco alla caviglia, più probabile il dispetto per l'ennesima esclusione, il suo è il caso più spinoso dell'era Seedorf, mentre Bonera viene raccontato come reduce da una discussione accesa con Seedorf e infine Balotelli relegato in panchina non per scelta tecnica ma per via della settimana movimentata vissuta (un paio di furti, uno in discoteca, l'altro in casa). A vederlo sorridere, inquadrato dalle telecamere, Mario non è apparso particolarmente provato. Altre voci, incontrollate, si sono intrecciate con la serata finale milanista e hanno riguardato il futuro di Seedorf, tutto ancora da definire secondo la definizione di Galliani che ha dato appuntamento a fine mese.

Oggi, ai margini dell'inaugurazione della nuova sede e dell'apertura del museo, capiremo di più dall'umore dei diretti interessati. Come nelle migliori tradizioni, nella sfida meno decisiva, il Milan ha impiegato pochi minuti per impadronirsi del risultato e anche del gioco, tenuto in pugno senza particolari affanni. Muntari è andato subito in gol con una randellata delle sue dal limite (sinistro che s'infila all'incrocio), più tardi De Jong su punizione, sostituto dello specialista Mario, si è lasciato aiutare da una deviazione di Zaza in barriera per mettere il timbro sul 2 a 0 dell'intervallo. Ariaudo e Zaza hanno avuto la possibilità di rianimare la loro partita sprecando le due occasioni in modo sfacciato ma ha provveduto Mexes a complicare la serata rossonera: a metà ripresa è incorso nel secondo cartellino giallo lasciando i suoi in dieci e procurando qualche grattacapo a Seedorf per rammendare lo schieramento nel frattempo modificato con l'ingresso di El Shaarawy.

Pittoresca, molto pittoresca la decisione di schierare a quel punto De Jong terzino destro e Taarabt a centrocampo! Il finale è stato improvvisamente esplosivo perché Cannavaro ha steso El Shaarawy con un intervento carogna meritandosi il rosso diretto mentre Valeri ha trasformato un prestigioso recupero di De Sciglio su Sansone in un rigore trasformato da Zaza.

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