Milan, lo sponsor fa cento. E si prenota per lo stadio

Barbara Berlusconi accelera per il nuovo impianto. La compagnia aerea: "Potremmo dargli il nome"

Tim Clark (ceo Emirates) e Barbara Berlusconi (ad Milan)
Tim Clark (ceo Emirates) e Barbara Berlusconi (ad Milan)

Ecco il fuoriclasse per il Milan. Arriva, in un mattino di dicembre dal tempo incerto, dopo il corroborante successo sull'Udinese, sotto forma di ricchissimo contratto sottoscritto da Barbara Berlusconi con Emirates, main sponsor, lungo fino al 2020. E fino a quella data sono pronti per le casse del club 100 milioni di euro, 80 complessivi (16 per ciascuna delle 5 stagioni) a titolo di minimo garantito più altri 20 milioni di bonus legati ai risultati sportivi della squadra rossonera. Da ieri risalire sul treno della Champions league è diventato anche uno straordinario affare. «Questo non è un giorno come un altro per il Milan e per il calcio italiano» la frase a effetto di lady B, protagonista della trattativa cominciata qualche mese prima (tre i suoi viaggi a Dubai per tessere la tela complicatissima del rinnovo) e conclusa con la firma solenne di ieri a casa Milan, «anche dopo un confronto acceso» la battuta dell'ad schierata in prima fila sul fronte commerciale, per far capire che non si è trattato di un esito scontato.

In tempi di fuga degli sponsor dallo sport e dal calcio in particolare, con l'economia italiana che ristagna, la presenza di un'azienda straniera (che ha già arruolato Real Madrid, Arsenal e PSG) pronta a scommettere sui colori e sul futuro del Milan, è un autentico evento. E può garantire al popolo dei tifosi, depressi per la grandeur calcistica nel frattempo smarrita, l'indispensabile fiducia. «Questo contratto sarà di grandissimo sostegno al futuro del nostro club destinato a diventare più solido pronto a dimostrare ancora una volta di essere capace di attirare investitori stranieri» la didascalica spiegazione di Barbara Berlusconi visibilmente fiera del suo primo successo da ad.

Era attesa al varco dopo la divisione in due settori della governance rossonera e l'uscita di una manager (Laura Masi) di grande affidabilità: ha fatto gol quasi come Menez domenica pomeriggio e subito dopo la firma è salita ad Arcore per mostrare al presidente Silvio le cifre dell'intesa, ufficialmente rimaste segrete ma rese pubbliche attraverso agenzie specializzate e siti. Emirates col suo carico di milioni e il Milan sono diventati così il fiore all'occhiello del calcio italiano perché si tratta del primo e unico sponsor straniero, non legato all'azionista (Jeep per la Juve, Pirelli per l'Inter), presente in serie A.

A spiegare l'appeal del logo milanista e la conferma del gemellaggio, ha provveduto Tim Clark, presidente di Emirates Airline, giunto a Milano anche per accogliere a Malpensa il primo volo di un nuovo vettore, l'A380, e battezzare il collegamento con New York. «Voi non lo sapete, noi invece sì: il marchio Milan è molto conosciuto in Cina e nel mercato asiatico» una delle risposte di Clark, che ha segnalato il successo ottenuto dall'amichevole organizzata a Dubai il 30 dicembre con il Real («in due ore sono andati esauriti i 32 mila biglietti a disposizione») e sottolineato la disponibilità dell'azienda a sostenere il Milan nella sua rincorsa alla Champions league.

Milan ed Emirates sono decisi ad andare a braccetto anche nel progetto per il nuovo stadio. «San Siro ha il suo fascino per la storia che rappresenta ma il calcio cambia e noi stiamo valutando diverse aree» la conferma di Barbara Berlusconi dell'interesse a virare verso una svolta del genere. Col contributo di Emirates, come avvenuto con l'Arsenal a Londra. «Se così sarà, noi ci saremo. Ci interessano i diritti di denominazione» la promessa di Tim Clark. Non solo calcio, allora. Come dimostrano le cifre di casa Milan: dall'inaugurazione fino a oggi 200 mila i visitatori passati dal Portello con un incasso di circa 2 milioni, «una scommessa vinta» l'orgoglio di lady B.

Che ha anche annunciato una serie di altri progetti allo studio, altri colpi a sorpresa, prima di chiudere con la piena sintonia per la battaglia sulla tecnologia decisa da Adriano Galliani (che ha mandato una lòettera ufficiale al Consiglio federale): «È una battaglia giusta e corretta» l'adesione convinta.

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