L'uno-due è di quelli che potrebbero stendere anche un toro. Figuriamoci un diavolo improvvisamente privato di due (entrambi francesi) pilastri fondamentali come il portiere Mike Maignan, successore osannato di Donnarumma, e Theo Hernandez, appena scoperto dal ct Deschamps e protagonista con la Francia nella recente Nations league. Il primo è tornato dalla nazionale con il persistere del dolore al polso sinistro (conseguenza di un colpo ricevuto a Liverpool dopo aver parato il rigore di Salah) e ieri pomeriggio è stato sottoposto a intervento chirurgico in artroscopia, effettuato dal prof. Lores Pegoli, specialista della mano. La diagnosi comunicata è una mazzata terribile: esclusa la frattura allo scafoide, si è trattato di «una lesione al legamento del polso sinistro che è stata riparata; posizionata inoltre una vite nello scafoide per una sofferenza vascolare». Sei settimane di stop assoluto, poi la lenta ripresa per un totale di 10 settimane. Le previsioni sono pesanti: tre mesi di stop per il portiere francese, probabile ritorno a gennaio del 2022. «La mia ala sinistra è stata colpita, il ritorno in aria sarà spaventoso. Grazie per i messaggi... Insieme siamo più forti», ha scritto sui social.
Maignan è stato un vero campione di resistenza al dolore. Dopo Liverpool ha continuato a giocare regolarmente nonostante le fitte al polso, uno strumento di lavoro per i portieri. In più di un'occasione è andato in campo con una infiltrazione antidolorifica. Strepitosa la parata bassa di Bergamo (su Zappacosta), proprio con quel polso sinistro, la domenica prima della sosta. Il dolore - questa la tesi milanista - è rispuntato durante il raduno dei blues. Forse sarebbe stato il caso di approfittare dell'interruzione del campionato per procedere a più accurati accertamenti guadagnando 10 giorni di tempo. A questo punto toccherà a Tatarusanu, il secondo di Maignan. Già nel passato torneo, dovette all'improvviso presentarsi a San Siro (con la Roma) per la falsa positività di Donnarumma. Debuttò con una papera ma contro lo Slavia (Europa league) e nel derby (coppa Italia) con l'Inter, cancellò l'incertezza. Per l'assenza di Plizzari (terzo portiere operato di recente e fuori causa per 3 mesi) Maldini e Massara hanno convocato al volo Mirante, 38 anni, lasciato a casa dalla Roma per coprire la casella. Ieri visite mediche, firma (1 anno di contratto) e primo allenamento.
Il secondo colpo basso ricevuto dal Milan è Theo Hernandez. Rientrato dalla nazionale ha marcato visita: tampone inevitabile e diagnosi relativa, positivo al covid. Sta bene ed è rimasto a casa in isolamento. In questo caso il calcio italiano è vittima di un piccolo cluster francese. Già perché gli unici calciatori finora positivi sono tre francesi (prima Giroud, poi Rabiot e adesso Theo). Non solo. Ma sul conto dello juventino sono uscite indiscrezioni che hanno attribuito al centrocampista francese l'etichetta del no vax addirittura, cosa che - se confermata - sarebbe molto grave. Dalle parti di Milanello sono tutti convinti che il contagio sia avvenuto proprio da Rabiot. Di sicuro a questo punto Theo deve saltare la sfida di campionato di sabato sera col Verona, l'appuntamento col Porto del martedì successivo e il viaggio a Bologna.
Theo è reduce da una striscia strepitosa: i suoi blitz a Bergamo hanno dato vita ai gol di Calabria e Leao, nella Nations league ha firmato la rimonta sul Belgio e l'assist decisivo del 2 a 1 sulla Spagna. Nel frattempo Ibra non ha ancora smaltito l'infiammazione al tendine d'Achille. Pioli è pronto a reclamare una benedizione speciale.
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