Milano vola sulle ali. È un derby da scudetto con gli "scarti" del Real

Hernandez e Hakimi: la tradizione dei terzini d'attacco un marchio nella storia di Milan e Inter

Milano vola sulle ali. È un derby da scudetto con gli "scarti" del Real

Milano vola, sulle ali dell'entusiasmo, ma anche sulle ali degli esterni bassi, come si dice adesso, o dei terzini volanti come si diceva cinquant'anni fa. Cambia il lessico, ma non cambia il risultato, perché Milan e Inter si ritrovano improvvisamente al vertice grazie al momento di grazia degli uomini di fascia: Calabria e soprattutto Theo Hernandez per il Diavolo, Young e soprattutto Achraf Hakimi per i cugini. Sarà un caso, ma anche nelle ultime uscite delle milanesi la svolta è arrivata quando i due scarti del Real Madrid (Hernandez e Hakimi, appunto) hanno cambiato marcia, quando il milanista con propensioni da quattrocentista ha cominciato ad infilarsi come una lama nella difesa della Lazio, così come l'interista ha cambiato ritmo a Verona e ha fatto salire di tono nel secondo tutta la squadra di Conte. Theo Hernandez, poi, ha completato l'opera con un gol portentoso, da centravanti di razza, a tempo scaduto, il gol che ha dato la vittoria ai rossoneri permettendogli di festeggiare Natale restando in testa alla serie A.

Hernandez sta diventando veramente una delle colonne portanti di questo Milan, qualcuno dice addirittura il miglior terzino sinistro d'Europa del momento: sta di fatto che, senza Ibra, Kjaer, Kessie e Bennacer, il punto di riferimento è stato ancora il francese, come contro il Parma quando ha salvato la partita con una doppietta. E se Theo illumina la fascia sinistra rossonera, Hakimi sfonda su quella destra dell'Inter e non è un caso che a Verona sia stato proprio lui a svegliare la squadra, così come era stato determinante nell'illusoria vittoria di Moenchengladbach.

D'altra parte i terzini d'attacco sono un marchio costante nella scuola milanese. Non a caso il primo vero terzino a dare una svolta al modo di interpretare il ruolo è stato Giacinto Facchetti, spesso ala aggiunta nell'Inter di Herrera che col numero 11 schierava un centrocampista atipico come Mario Corso. Facchetti destinato a diventare dirigente e icona nerazzurra come un altro esterno d'attacco qualche anno più tardi: Javier Zanetti, da fedelissimo nerazzurro (recordman di presenze nel club, 858) a vicepresidente. Così come un ex grande terzino, Paolo Maldini, è dirigente del Milan, avendo fatto carriera dalle sgroppate sulla fascia sinistra (anche per lui primato di presenze nel club, 902) fino alla scrivania di direttore tecnico, l'uomo che ha costruito questo Milan dei miracoli.

Ma non solo, perché la storia rossonera è fatta di altri terzini volanti, come Aldo Maldera, la risposta milanista a Facchetti negli anni Settanta, o di grandi difensori di fascia come Tassotti o Cafu e Serginho, coppia brasiliana da Champions league, così come l'Inter ha vissuto

per anni sulla spinta del tedesco Brehme o di Maicon, brasiliano da triplete, anche se si è lasciata sfuggire un talento come Roberto Carlos. Insomma, Hernandez e Hakimi possono garantire continuità a una grande tradizione.

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