Miller & la Shiffrin Lo sci americano stregato dagli opposti

Bode selvatico tutto talento: "Vinco e sono pronto al ritiro". Mikaela fuoriclasse programmata come un computer

Miller & la Shiffrin Lo sci americano stregato dagli opposti

«Sochi sarà la mia quinta Olimpiade, non vedo l'ora, sono pronto ad andare forte». «Sochi sarà la mia prima Olimpiade, non vedo l'ora, mi sento forte». Bode Miller e Mikaela Shiffrin sono gli sciatori del team Usa, orfano di Lindsey Vonn, più attesi all'olimpiade invernale che si aprirà venerdì. Trentasei anni lui, la metà lei che potrebbe essere quindi sua figlia, età a parte sono diversi come il giorno e la notte. Lui, personaggio indipendentemente dai risultati, e lei, fenomeno di precocità vincente, in questi giorni hanno addosso gli occhi e le attenzioni del loro enorme paese che, una volta ogni quattro anni, scopre l'esistenza dello sci alpino, un po' come da noi succede per lo slittino, sport che sembra meritare attenzione solo in occasione dei giochi olimpici. Una pagina intera per lei sul New York Times lo scorso mese di gennaio, articoli su articoli per Bode che da quando sta con Morgan Beck, bellissima e simpaticissima beachvoller sposata nell'ottobre del 2012 a soli cinque mesi dal primo incontro con relativo colpo di fulmine, è diventato molto più simpatico e disponibile anche con i media. Per dire: non rifiuta più le interviste quando è arrabbiato, risponde anche a chi fa domande non proprio gradite, sorride e scherza. «Ma stare con Bode richiede tanta pazienza» confessa Morgan. «Ogni cosa va affrontata in profondità, ogni giorno è come fare una terapia dall'analista. Lui ama dire che se il mondo lo ascoltasse di più le cose andrebbero meglio e tutti sarebbero più felici. Io di certo lo sono, anche se all'inizio non è stato facile per via dei suoi due figli contesi con le rispettive madri, poi per quel suo drive che mi ha quasi ucciso (fu colpita in pieno volto da una pallina da golf, ndr) e appena dopo la perdita del nostro primo figlio, ero al terzo mese di gravidanza. Non è finita: nell'aprile del 2013 morì suo fratello Chilly».

Roba da mandare in crisi chiunque, non la coppia più bella del circo bianco. Se Bode fin dal suo apparire in coppa del mondo ha dato l'impressione di essere un cane sciolto e un po' selvatico in balia degli eventi e dei suoi umori, Mikaela non ha mai sbagliato una mossa, una frase, un'occhiata, seguita sempre dall'ombra rassicurante di mamma Eileen, ex infermiera che da tre anni segue la figlia in giro per il mondo: «Tutti pensano che la carriera di Mikaela e il suo diventare campionessa sia stato programmato nei minimi dettagli, in realtà non è così. Noi non abbiamo pianificato, abbiamo solo fatto sì che lei potesse esprimere il suo grande talento nel modo migliore».

Sarà stata casuale dunque la trasferta a Sochi lo scorso mese di febbraio per dare un'occhiata alle piste olimpiche? E sarà casuale il fatto che l'azienda che le fornisce gli sci è già pronta a metterle ai piedi attrezzi velocissimi per le gare di discesa e superG che Mikaela conta di fare da marzo in poi con l'obiettivo di puntare anche alla coppa del mondo generale? Se il futuro agonistico di Mika è già chiaramente segnato per almeno una decina d'anni, quello di Bode appare più vago. «Ero pronto a smettere nel 2009, poi però non l'ho fatto pensando che lo sci avesse ancora bisogno di me e del mio stile particolare. Nel 2010, dopo le tre medaglie ai giochi di Vancouver (oro in supercombinata, argento in superG e bronzo in discesa, ndr) è stato bello capire che agli appassionati ero stato ancora capace di offrire l'effetto wow!». Effetto che in questa stagione, pur senza vittorie, Bode è riuscito a regalare finendo tre volte sul podio in tre diverse specialità: gigante, discesa e superG. «Ma a Sochi punto a vincere 4 medaglie e lo farò anche in nome di mio fratello, che era un forte snowboarder e avrebbe potuto essere qui con me.

Il ritiro? Sono quasi pronto».

Restando in Russia, Bode sarà in pista da domenica (discesa), mentre per vedere Mikaela dovremo aspettare il gigante del 18 e lo slalom del 21. Inutile dire che sarà da podio in entrambe le gare.

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