Minacce ed insulti via social dopo la pubblicazione della sentenza sulla Juventus hanno preso di mira il procuratore della Federcalcio, Giuseppe Chinè (nella foto), il presidente Figc, Gabriele Gravina, e la sua compagna, Francisca Ibarra, alla quale è stata anche attribuita una falsa storia Instagram dove campeggiava il -15 con il logo della società bianconera. Per tutti questi casi è in corso la segnalazione alle autorità competenti. Intanto dalla Figc filtra «sdegno per gli insulti e le minacce», nonché «solidarietà ai destinatari di queste aggressioni social».
Pronta anche la reazione della Juve che «prende le distanze dagli pseudotifosi che spargono odio e minacce». Altro è il discorso sulla sentenza che ha penalizzato la Juve e che «andrà affrontata nelle sedi competenti». «Un verdetto che ci ha insegnato che tutto può succedere, non siamo impreparati, siamo pronti a tutto - dice l'amministratore delegato dei bianconeri Maurizio Scanavino -. Abbiamo un pool di avvocati che farà il meglio possibile su questa sentenza e su tutte le altre che ci aspettano».
Non mancano neppure gli ultrà che attaccano la dirigenza: «È peggio del 2006». Chiaro il riferimento: calciopoli.
«Ho grande rispetto per la storia della Juventus e per i suoi tifosi, né entro nel merito delle sanzioni Figc che non mi riguardano ma esprimo da deputato e da calabrese la mia solidarietà al dottor Chiné, il procuratore della Figc e un consigliere di Stato di grande prestigio, oggetto di minacce gravissime sul web, che certamente non rappresentano i veri tifosi della Juventus, sulle quali auspico durissimi interventi da parte della magistratura - così Simona Loizzo
deputato della Lega e membro della commissione cultura della Camera -. Dobbiamo fare in modo che la violenza abbandoni il calcio. Mi complimento con il nuovo presidente della Juventus per la civiltà delle sue dichiarazioni».
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