Dal Mondiale al Monza. Nesta, l'ultimo debuttante

Galliani: "Come Sacchi e Palladino. Mai stato in A". La presentazione nel giorno della vittoria di Berlino

Dal Mondiale al Monza. Nesta, l'ultimo debuttante
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Gli anni passano e i bimbi crescono. E poco conta che del lungo capello di una volta, tenuto aggrappato alla fronte con una fascetta, oggi non resti che un abbozzo di tirabaci sdraiato sulla tempia. Perché «certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», sintetizza Galliani.

Quando Nesta si presenta a Monza, sono passati 18 anni esatti dal titolo iridato di Berlino, del 9 luglio 2006. Un'era geologica, ma una semplice parentesi per chi ama. «Di Sandro mi ricordo più cose io di lui che lui stesso». Guai a credere, però, che tra l'uomo forte del Monza e il suo nuovo allenatore si possa vivere di soli ricordi. «Al di là dei rapporti, lo abbiamo scelto in una lista di allenatori perché aveva i dati più simili a quelli del Monza di Palladino», spiega l'ad. «È la prima volta in A da allenatore. Lavorare con Galliani è un piacere e una responsabilità. Visto che ci conosciamo, la responsabilità è doppia», gli fa eco il neo mister. La responsabilità, Nesta, la avverte anche dai tantissimi media, in uno U-Power Stadium sottosopra per i lavori di riscaldamento sotto il campo. «Ho visto il centro sportivo, tutto ciò che è stato fatto. Vedo la mano del presidente: dove è passato, ha sempre lasciato qualcosa di importante», annuisce Nesta. «Del presidente parlo sempre al presente. È la mia vita, al Senato sono seduto al suo posto, quando mi sveglio e mi chiedo cosa avrebbe fatto al posto mio. È il mio maestro di vita, sono sicurissimo sia contento della scelta del nuovo allenatore», annota Galliani.

Nesta è determinato, ma non dimentica l'umiltà. Sa di avere l'età in cui si diventa ciò che si è, per dirla alla Peguy, e «spero di arrivarci preparato». Come già Stroppa, secondo allenatore del Monza di Fininvest, ha segnato un gol in Intercontinentale: il 4-2 al Boca nel 2007. «Al Milan scegliemmo Sacchi, che mai aveva allenato in A. Poi Palladino, sin lì solo nelle giovanili. Ora tocca a Nesta», aggiunge Galliani. «Mi sono sentito telefonicamente con Palladino», conferma Nesta. «Gli ho detto che ha fatto troppi punti», sorride, «e che dopo di lui sarà dura. So che c'è scetticismo, perché non ho mai allenato in A.

Ma non sono permaloso: sono comodo anche sotto pressione, la cerco. Altrimenti sarei rimasto a Miami». Obiettivi? Risponde Galliani: «Abbiamo fatto 97 punti nei primi due anni di A, a Nesta auguro di farne altrettanti nei prossimi due».

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