Immaginate una Formula Uno senza gente come Verstappen, Hamilton o Leclerc. E non solo loro, ma tutto il resto di quanto fa Circus all'interno delle monoposto, un po' come una serie tipo Black Mirror potrebbe vaticinare. Bene, il momento è arrivato: sarà qui (in Italia) e ora (a giugno), quello in cui si vedranno quattro ruote che arrivano fino alla velocità di 280 all'ora sfrecciare in un normale circuito di gara. Senza piloti a bordo.
L'ultima frontiera dell'automobilismo è dunque stata passata a Las Vegas, non a caso la città in cui è in corso la più grande fiera della tecnologia mondiale, il CES. MIMO, ovvero l'organizzatore della Milano e Monza Motor Show, e Indy Autonomous Challenge, cioè l'associazione che ha inventato le corse delle supercar a guida autonoma, hanno siglato un accordo biennale che porterà i veicoli del futuro a correre su un circuito di F1, l'Autodromo nazionale di Monza. Un circuito tra i circuiti, quelli dei mega Pc in veste di driver. Il programma è già fatto, anche se per il momento si parla di un esperimento: durante il Motor Show infatti verrà organizzata un'esibizione, la prima in un percorso che non sia un ovale, così come invece capitato nelle prime prove già disputate negli Stati Uniti e addirittura nel mitico tempio di Indianapolis. Ma per il 2024 sono già in programma delle sfide 1 contro 1, tipo tabellone tennistico. Le auto sono della Dallara AV-21 con lo stesso chassis di quelle di Formula Indy, guidate da un software di controllo che, grazie a sensori, supercomputer e ad altri hardware per la gestione della sicurezza (avete presente il cruise control adattivo delle nostre quattro ruote?), permetterà alla vettura di guidare da sola. Ai box nove team pieni di ingegneri, anche se di sicuro Enzo Ferrari non approverebbe il paragone: le squadre sono composte dalle migliori università del mondo, più piene di nerd che di amanti dei pistoni. E c'è anche la PoliMOVE del Politecnico di Milano che, in coppia con l'Università dell'Alabama, ha trionfato nella gara di Las Vegas.
Insomma: queste mono anzi, senza - posto sono il frutto del genio italiano, da quello appunto di Dallara a quelli dell'ateneo milanese, e dunque non poteva che passare dal mito del motorsport per inaugurare la stagione in cui le curve non sono tutte dalla stessa parte.
Immaginate queste auto sulla Parabolica o alla variante Ascari e vedete l'effetto che fa, se mai vi piacerà il futuro dove a comandare, più di oggi, sarà il computer. Di certo, diciamolo, i piloti non gradiranno molto l'idea, ma almeno nessuno accuserà più Verstappen di essere, lui, un pilota robot.
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