Mourinho e Conte, le due "firme" della "rabbia" Inter

Osservando la grafia di Josè Mourinho si nota subito la ricchezza intellettiva. Dall’analisi della firma di Antonio Conte emerge un Io volitivo e determinato

Mourinho e Conte, le due "firme" della "rabbia" Inter

Josè Mourinho Osservando la grafia di Josè Mourinho si notano subito la ricchezza intellettiva e la padronanza nel gestire con arguzia la propria professione di allenatore in quanto sa guidare i suoi giocatori mettendoli, se necessario, sotto torchio. La notevole ambizione gli conferisce ottime capacità discussive e può portarlo ad una eccessiva sicurezza che potrebbe a volte toccare la sensibilità altrui mettendo in discussione il Bon-Ton. È così che egli può suscitare delle antipatie, ma ciò nulla toglie al suo carisma di allenatore “Numbers-one”. Sarebbe auspicabile che egli tornasse a guidare una squadra italiana poiché se ne avvantaggerebbe l’intera nostra immagine sportiva. Si deduce tutto ciò da alcuni segni come la grafia minuta, la firma sottolineata e l’estetica dell’insieme. La grafologia è un test di personalità, valido non solo per capire le persone, ma anche per individuare i momenti di calo del tono umorale dei giocatori e quindi anche del rendimento sul campo. Mourinho non ama posizioni da gregario e, grazie anche alla notevole energia di cui è dotato, riesce a realizzare se stesso, sospinto anche da una forte ambizione personale e sociale. Che piaccia o no, Josè Mourinho è persona di elevato livello professionale, che dimostra senso etico e una squisita intelligenza.

Antonio Conte Dall’analisi della firma di Antonio Conte emerge un Io volitivo e determinato che possiede volontà e buona energia vitale che, oltre a garantire prestazioni efficienti, gli conferiscono stabilità e resistenza alla fatica. L’iniziale grande della firma mette in evidenza una personalità ambiziosa, che ama stare al centro dell’attenzione, come se ogni vittoria gli appartenesse di diritto. Ama esercitare il suo “fascino” sul pubblico suscitando interesse nel manifestare il suo modo di fare l’allenatore, utilizzando anche una mimica eloquente così cara agli italiani. È persona che ama la professione e sa essere grintoso e suadente insieme.

Ciò che invece può difettare è la fedeltà alla causa: infatti, nel momento in cui non dovesse sentire su di sé tutta la stima e la valorizzazione, penalizzando così il suo narcisismo, in lui verrebbe meno il senso di appartenenza. Due personalità opposte nell’impostazione e nella gestione della squadra e due modi assolutamente diversi nella conduzione e nei rapporti con i giocatori.

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