La sfida del futuro. Così la si era definita, in sede di presentazione, la Finale dell'ATP500 di Amburgo (Germania) tra Lorenzo Musetti e Carlos Alcaraz di ieri. Il giovanissimo spagnolo godeva dei favori del pronostico, essendo al suo sesto ultimo atto conclusivo nel circuito maggiore e avendo vinto sempre le Finali a cui aveva preso parte. Per Musetti, invece, era la prima volta e per di più il percorso era stato un po' avventuroso, citando i due match-point annullati al primo turno al serbo Dusan Lajovic.
Il bello del tennis, però, è anche questo e il carrarino ha compiuto la sua impresa: in 2h49 ha chiuso la contesa con il punteggio di 6-4 (6)6-7 6-4. Si tratta del quarto italiano della storia a trionfare ad Amburgo, ricordando i successi del 1960 di Nicola Pietrangeli e nell'Era Open di Paolo Bertolucci nel 1977 e di Fabio Fognini nel 2013. Prima della partita di ieri vi era un solo precedente tra i due finalisti, ovvero la semifinale del Challenger di Trieste 2020 che sorrise ad Alcaraz. Di acqua però ne è passata sotto i ponti e l'allievo di Simone Tartarini ha trovato la chiave per far suo il match, mettendo sulla terra rossa tedesca il proprio talento. Realizzando 26 colpi vincenti e commettendo 21 errori gratuiti, Musetti è riuscito a trovare la sintesi tra consistenza e creatività, cosa che gli avevamo visto fare a tratti.
C'è da dire che anche nel corso di questa partita la sensazione era stata la stessa quando i match-point sprecati nella seconda frazione erano stati cinque, in quattro dei quali con il servizio a propria disposizione. Il toscano è stato abile però a resettare, cancellando quanto accaduto nel parziale citato e gettando il cuore oltre l'ostacolo nella terza frazione. La diagonale di rovescio è stata l'arma in più dell'azzurrino che così ha potuto alzare per la prima volta nella sua carriera un trofeo a livello ATP.
«Carlos sei un giocatore fantastico. Hai salvato così tanti matchpoint. Tu mi ispiri molto nei miei sacrifici. Spero di poter giocare tante altre battaglie con te in futuro», le parole del tennista italiano nella premiazione, rivolte al rivale. «Finalmente sono riuscito a far piangere il mio coach (Simone Tartarini ndr.). Grazie a Umberto Rianna, che mi ha seguito per la prima volta. Grazie ai miei genitori che non sono qui e che probabilmente stanno piangendo. Dedico il titolo a mia nonna. Le ho fatto rischiare un attacco di cuore».
Guardando a oggi, entrambi i contendenti possono contare su una classifica assai gratificante: Alcaraz n.5 del mondo e Musetti n.31.
Una rivalità che l'iberico ha con gli italiani in particolare, se si considera l'incrocio con Jannik Sinner a Wimbledon e la vittoria dell'altoatesino. Facendo un passo indietro viene in mente anche l'affermazione al terzo turno degli Australian Open 2022 di Matteo Berrettini. Carlitos dovrà guardarsi dalla truppa tricolore.
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