SchladmingSarebbe bello dedicare tutto questo spazio alla celebrazione di un risultato atteso, fin troppo strombazzato alla vigilia. Ma ieri, nel superG maschile in cui l'Italia era la squadra da battere, le cose sono andate al contrario di come si sperava e, come spesso accade quando le aspettative sono tanto alte, la delusione è stata ancora più forte. Christof Innerhofer ha detto addio al titolo che era stato suo due anni fa con un 7° posto, peggio è andata a Marsaglia, 11°, Fill, 14°, Heel, 20° e Klotz 22°. «Atteggiamento sbagliato» è la sintesi del peggior risultato di squadra dell'inverno, proprio nella gara più importante.
E quindi, dopo questo gigantone spacciato per superG in cui Kjetil Jansrud è comunque riuscito a farsi male a un ginocchio (mondiali finiti per il norvegese), più che la vittoria di Ted Ligety sulla sorpresa francese De Tessières e sul favoritissimo Svindal, a far notizia è ancora l'infortunio di Lindsey Vonn, che contrariamente a quanto scritto ieri non è stata già operata. L'intervento, indispensabile per sistemare il suo ginocchio destro andato in frantumi (piatto tibiale e legamenti crociati ko), verrà fatto a Vail, dove Lindsey vive. Nulla di strano vista la fama della clinica del dottor Steadman del Colorado (persino Alex Del Piero la scelse nel 1999 per farsi operare al ginocchio infortunato), anche se qualcuno insinua che l'americana abbia qualcosa da nascondere e per questo si sia rifiutata di farsi curare dai medici austriaci. Ieri Lindsey ha tenuto invece a ringraziare tutti i dottori che l'hanno seguita dal momento della caduta in poi, mentre lei urlava «è qualcosa di serio, è grave, lo sento che si è rotto tutto» e ha promesso che «farò tutto ciò che è umanamente possibile per tornare in pista al più presto e difendere i colori degli Stati Uniti all'Olimpiade di Sochi, fra un anno».
La prognosi per infortuni come il suo parla di sei mesi di stop completo, non sarà facile dunque per lei tornare competitiva al massimo livello in così poco tempo, e fa effetto ora pensare alle sue dichiarazioni premondiali, quando diceva di sentirsi un po' vecchia ormai per un impegno tanto gravoso come quello di gareggiare sempre con tutti gli occhi puntati addosso e l'obbligo di vincere. Fra l'altro, chi l'ha seguita nella ricognizione del superG martedì mattina, racconta di averla vista particolarmente nervosa, mentre assai preoccupata pareva durante le lunghe ore di attesa per il via di una gara rinviata dalle 11 alle 14.30.
A proposito della decisione di far infine partire il superG nonostante il buio incombente, la nebbia che andava e veniva e la neve deteriorata, ieri ci si chiedeva ancora perché. Perché non annullare la gara e spostarla in uno dei giorni vuoti del mondiale? Problemi pratici per il pubblico, calendario sconvolto o cos'altro? E poi, domanda numero due, perché la Fis parla tanto di sicurezza, costringe gli atleti e le aziende a regole assurde sui materiali, tarpa le ali ai tracciatori (vedi superG maschile di ieri) e poi permette la partenza di una gara in condizioni pessime? Certo, Lindsey Vonn avrebbe potuto cadere e farsi male anche in una splendida giornata di sole, alle 11 del mattino su neve perfetta: lo sci, si sa, è pericoloso e non lo scopriamo certo ora, ma insomma, il fatto che la gara sia poi stata interrotta al numero 36 lasciando al palo 23 atlete che chissà da quanto tempo sognavano di partire in un mondiale, beh, anche questo è stato un errore.
Si volta pagina, che altro fare? e il mondiale continua.
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