Il paesaggio da cartolina apre il cuore, ma purtroppo non siamo qui per la settimana bianca (impianti chiusi al pubblico, in ogni caso) e la neve caduta nelle ultime ore ha messo in seria difficoltà il Mondiale di sci, cominciato con un doppio rinvio. La combinata femminile annullata ieri sarà recuperata lunedì prossimo, il superG maschile in programma oggi è stato spostato a giovedì 11. La speranza a questo punto è che in mattinata si riesca almeno a far partire il superG femminile, posticipato alle 13 (Bassino al via con l'1, Brignone 5, Curtoni 17 e Marsaglia 19). Trecentocinquanta uomini stanno lavorando ininterrottamente da sabato, alternandosi con 14 mezzi battipista, in azione per togliere gli 80 centimetri di neve (pesante) caduta in meno di 48 ore. Ci si è giustamente concentrati sulla pista delle donne e dalla sala stampa, mentre scrivo, sento scoppiare le mine: servono per far scendere la neve dai pendii scoscesi sopra la nuova pista Vertigine, sede delle gare maschili di velocità, fino a ieri inaccessibile per il pericolo valanghe.
In attesa del bel tempo e del freddo che arriveranno da giovedì, ci si rende conto di come in questo mondo sia molto più normale accettare un rinvio piuttosto che certe situazioni del tutto nuove come il rispetto delle bolle, l'assenza di pubblico e di eventi collaterali (salvo rare eccezioni iper protette), il contatto con gli amici-rivali stranieri. Come sempre, ci sono pro e contro: i pro sono la possibilità di concentrarsi soprattutto sulla propria routine, sui doveri (e/o piaceri) della vigilia, fisioterapia, ginnastica, video, relax. I contro sono l'aridità delle relazioni umane, con conferenze a distanza, annullamento dei momenti di convivialità fra atleti che si creavano all'estrazione pubblica dei pettorali e alle premiazioni serali. A inizio stagione sembrava anche un vantaggio, più tempo libero, meno stress, ma a lungo andare qualcuno comincia a rimpiangere i tifosi a caccia di autografi o selfie e i giornalisti con le loro domande ripetitive.
A dare fastidio è anche l'assurdità di certe situazioni, come l'obbligo di rispettare le bolle quando si gravita attorno alle zone di gara, ma non quando si passeggia per il paese. Cosa da evitare in tutti i modi. Le azzurre hanno avuto l'ordine di non uscire dall'hotel se non per farsi una corsetta in stradine isolate. Niente merende o aperitivi dunque, niente negozi (che a Cortina meritano sempre), nessun contatto con estranei. Ma che vita è? Si chiede qualcuno. Quella che ho sempre cercato e desiderato, rispondono altri, gli atleti che bolla o non bolla preferiscono la solitudine di team ristretti e la riduzione dei rapporti con l'esterno.
E' da ottobre che ci si adegua alla nuova situazione, ma la coppa del mondo è una cosa, con toccata e fuga da una località all'altra, il Mondiale dovrebbe essere un'altra. Speriamo di poter parlare presto solo di tempi, di classifiche e di medaglie.
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