
Non è da un quarto posto che si giudica un canottiere, bensì dalla sua voglia di risalire di nuovo sulla barca per remare verso nuovi orizzonti. Dopo il podio sfiorato a Parigi 2024 nel 4 senza, la sfida di Nicholas Kohl è quella di battere oggi la rivale Cambridge e trascinare Oxford al successo nella Boat Race, la storica regata tra i due college britannici giunta alla 170ª edizione. Ventotto anni dopo il romano Roberto Blanda, un italiano torna a percorrere il tratto del Tamigi tra Putney e Mortlake, ma stavolta lo farà da capovoga, il ruolo più delicato in una imbarcazione perché ha il compito di scandire il ritmo agli altri compagni. L'azzurro della Canottieri Gavirate è stato scelto come condottiero dell'impresa. «Se vinci, la tua stagione è un successo, ma se perdi devi tornare a lavorare», spiega Nicholas.
Il derby remiero si disputa una sola volta all'anno, sempre a primavera. Un rituale che si ripete dal 1829 sulla distanza di 6.800 metri, più del triplo rispetto ai duemila olimpici, nato grazie all'idea di due amici, Merivale e Wordsworth. In acqua scenderanno due equipaggi di otto per entrambe le università: Cambridge è avanti 87 a 81 su Oxford, che ha anche perso le ultime due sfide. «Ci stiamo allenando da settembre per provare a vincere. La differenza rispetto a una Nazionale è che sull'ammiraglia siamo di sei nazionalità diverse. C'è un inglese, un tedesco, un americano, un olandese, un australiano e un italiano», racconta il vogatore nato in un piccolo paesino del Canton Ticino, ma cresciuto nella Canottieri Monate. «Io starò davanti e sarò quello seguito da tutti. Un bravo capovoga deve avere sangue freddo», dice con orgoglio il varesino.
Freddo ce ne sarà tanto perché è previsto un cielo parzialmente nuvoloso e ci saranno da affrontare soprattutto le intemperie del vento e delle correnti. No matter what, come dicono da quelle parti, bisogna spingere a prescindere da cosa accade. «Ci aspettano delle maree, remeremo controcorrente», conferma Nicholas. «Ci siamo allenati in ogni condizione, ma alla fine staremo tutti in pantaloncini corti e maglietta». I canottieri... in canottiera non avranno il tempo di fissare il cielo sperando nell'uscita del sole: il loro unico pensiero sarà quello di remare con sincronia per far muovere l'imbarcazione in modo più rapido dell'ammiraglia avversaria. «Voglio aiutare Oxford, la mia università, che esiste da quasi 800 anni. È surreale!».
Laureato in ingegneria ambientale alla Syracuse University, negli Usa, oggi Nicholas frequenta oltremanica un Master in Scienze dell'acqua. «Mi interessa l'aspetto politico e burocratico delle leggi internazionali, ho seguito vari corsi sulla qualità dell'acqua e sugli impianti di depurazione. Mi viene in mente l'Olimpiade di Parigi 2024, dove c'è stata una mancanza di pianificazione, perché un giorno si diceva che i nuotatori potevano gareggiare sulla Senna, il giorno dopo no.
Qua abbiamo lo stesso problema con il Tamigi, che è sporco. E infatti il comitato organizzatore ci ha già detto che chi vincerà, non potrà buttare il timoniere in acqua, come è da tradizione». Ma la Oxford-Cambridge non tramonterà mai.
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