Si salvi chi può, è proprio il caso dirlo. Come un fulmine a ciel sereno nella mattinata di ieri è arrivato l'esonero per Alberto Gilardino da parte del Genoa. Una mossa inaspettata quanto clamorosa se si considera che il Gila aveva conquistato 4 punti nelle ultime 2 giornate. Insomma, la crisi sembrava alle spalle. Invece l'ex attaccante è stato sollevato dall'incarico per volontà del ramo straniero dirigenziale del club, che ha scelto di ripartire da Patrick Vieira. Oggi la firma sul contratto fino al 2026 per il francese, che conosce bene il calcio italiano per averci giocato con Milan, Juve e Inter. Da un Campione del Mondo a un altro. Le somiglianze tra Gilardino e Vieira finiscono qui. Per il resto solo differenze, a partire dal modulo tattico: il francese punterà sul 4-2-3-1 più offensivo rispetto al solido 3-5-2 targato Gila. Tra i motivi d'attrito tra l'ex allenatore e la dirigenza straniera del Grifone i tanti infortuni stagionali e le promesse disattese di mercato. Gilardino in estate aveva rinnovato con la promessa di una sola cessione. Invece il fondo 777 Partners ha smantellato la squadra: via Gudmundsson, Retegui e Martinez.
A infiammare ulteriormente il clima il rapporto tutt'altro che cordiale tra Mario Balotelli e il nuovo tecnico rossoblù. Tanto era unito l'ambiente introno a Gilardino, tanto si rischia ora l'effetto polveriera. Vieira ritroverà in Liguria Super Mario, suo ex compagno di squadra all'Inter e Manchester City, ma soprattutto suo giocatore 5 anni fa al Nizza. Le cose in Costa Azzurra finirono malissimo. Liti e screzi sfociate in dichiarazioni al vetriolo fa parte di entrambi. «La sua mentalità non si addice ad uno sport collettivo come il calcio. La situazione era diventata ingestibile.
È stato davvero complicato lavorare con un giocatore come lui» raccontò Vieira, al quale Balo attribuì le colpe del suo passaggio all'OM: «A Nizza ero davvero felice, ma c'era Vieira. Il modo in cui giocava non mi andava bene. Altrimenti non sarei mai andato via». Ora si ritroveranno di nuovo sotto lo stesso tetto. Si salvi chi può...
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