"Non ho scadenza, cerco leggerezza e un'altra coppa del mondo generale. Le Olimpiadi? Decido fra un anno"

Sabato a Soelden via allo sci alpino e alla nuova sfida di Fede

"Non ho scadenza, cerco leggerezza e un'altra coppa del mondo generale. Le Olimpiadi? Decido fra un anno"
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Fra una settimana al cancelletto di Soelden arriverà, come al solito, senza aver chiuso occhio. Federica Brignone è una veterana anche nelle emozioni. Ricci, occhi verdi, sensibilità e passione per le curve pericolose in pista che l'hanno portata a vincere moltissimo. In Italia, più di tutte.

Federica, una cartolina dall'estate e una dagli ultimi allenamenti

«Surf, 18 giorni bellissimi, volati via. Un'estate buona ad Ushuaia e ora val Senales. In gigante e superG mi sento bene. Con la discesa inizio ora, ma è ok».

Pronta per un'altra superstagione? La scorsa, con 6 vittorie, 7 podi e 1581 punti fu da record, meglio di quel 2020 della coppa generale. Come migliorare?

«Evitando il calo che ho avuto a gennaio».

Che cosa era successo?

«Ho voluto strafare, facendomi distrarre dai risultati. Che ovviamente hanno smesso di arrivare, mentre crescevano errori e dubbi. Una crisi comunque arriva durante l'inverno».

Allora programmiamo il momento del calo

«Eh magari si potesse, però, chissà poco prima dei Mondiali di febbraio, così sto più tranquilla, come 2 anni fa quando mi venne la febbre e poi vinsi 2 medaglie».

Un'altra medaglia per un poker mondiale, la prima vittoria in discesa o un oro olimpico: che cosa manca in bacheca?

«Ho già avuto più di quanto sognassi. Inseguo la leggerezza di aver fatto della mia passione un lavoro e spero di lasciare quando capirò di non essere più competitiva, senza patemi, però».

Quest'anno ci saranno ancora Lara Gut e Mikaela Shiffrin, ma una non farà più discesa: restano loro le donne che la dovranno battere?

«Ah, beh e viceversa. Per la corsa alla coppa generale non dimentico Petra Vlhova, nonostante l'infortunio. Per la generale servono due discipline solide, meglio 3. Spero si aggiungano altre ragazze con cui sfidarsi».

Dopo Parigi 2024 da super spettatrice, arriva Milano Cortina 2026, da concorrente, naturalmente

«A questa domanda avrò una risposta sicura fra un anno!».

Ci sarebbe quella cosa della data di scadenza come lo yogurt

«In passato mi ero data una data di scadenza, poi quando ci sono arrivata ho visto che avevo ancora voglia, fame e risultati e ci son rimasta dentro, soprattutto con lo stress. Non voglio più ragionare così, ma prendere appunto anno per anno».

Oltre ad Hirscher, potrebbe esserci un altro ritorno clamoroso: una certa Lindsey... 40 anni ieri.

«Posso dire che non capisco? Questo posso annunciarlo: ho 34 anni, non so quando mi ritirerò, ma vi prometto che non tornerò!».

Non diamo scadenze, si diceva

«Faccio la vita che volevo, mi piacciono ancora la competizione, gli allenamenti e adoro sperimentare cose nuove anche atleticamente. Questo ha fatto di me un'atleta longeva, ma so che fuori di qui la vita è tanto altro. Sarò felice se Lindsey lo sarà, tornando in gara: spero non sia un'operazione nostalgia. E non per la protesi al ginocchio. Io penso che la vita sia una sola e so bene che cosa noi atlete abbiamo sacrificato fino a qui».

Calendario ed ambiente vanno più d'accordo quest'anno?

«Andremo due volte in Usa, però non è facile, ci sono interessi logistici ed economici di cui tener conto, anche se la Fis si è mossa nella direzione giusta con gli ultimi accordi con l'agenzia meteo dell'Onu».

Fra due giorni esce il film sulla valanga azzurra: quando ne dedicheranno uno

alla valanga rosa chi dovrebbe interpretare il suo ruolo?

«Nessuno può sciare come me, come noi. Io direi: caro Veronesi, vieni a filmarci ora che la storia la stiamo facendo. Poi magari farò la mia controfigura!».

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