
Puoi giocare in ciabatte, come nel secondo tempo contro l'Udinese. Non con le infradito, come l'Inter ha fatto nel secondo tempo contro il Parma. Due partite quasi in fotocopia, non fosse per l'esito finale. A San Siro l'aveva salvata Sommer, contro Chivu l'ha punita una deviazione di Darmian sul tiro di Ondrejka, svedese, entrato un quarto d'ora prima e al primo gol in Serie A. E poteva finire persino peggio, se già oltre il 90esimo, la deviazione in scivolata di Pellegrino fosse finita in porta anziché fuori di niente. Restano il pareggio della beffa per Inzaghi, relegato dalla squalifica a soffrire in tribuna, e 4 punti di margine sul Napoli, atteso a Bologna, non proprio una scampagnata.
Il risultato, certo. Ma rispetto all'Udinese non è l'unica differenza. Là, l'Inter aveva giocato un primo tempo perfetto, probabilmente il più bello della stagione. Qui si ritrova al riposo col doppio vantaggio, senza nemmeno sapere come o perché, se non per 2 gol quasi regalati dagli avversari, più che comico quello di Thuram, a solleticare anche l'ironia di papà Lilian in tribuna. Soprattutto, già sullo 0-0 e poi sullo 0-1, il Parma ha due clamorose occasioni per battere Sommer. La prima la sbaglia Bonny, la seconda la sventa il portiere svizzero. Se le lasci a Kane, sono dolori. E Kane col suo Bayern, per quanto incerottato, aspetta i nerazzurri nella sua tana, martedì.
Problema fisico o mentale? Era l'interrogativo dopo l'Udinese. Pareva mentale, soprattutto. E allora 7 giorni dopo non può accadere la stessa cosa, anzi peggiore. Che la questione sia anche fisica? L'Inter gioca tanto e tanto dovrà ancora giocare. La fatica si accumula. Il rischio infortuni anche. Bastoni è uscito all'intervallo per un colpo al ginocchio sinistro che non è nulla, ma meglio prevenire. E così, gestendo, i rischi aumentano.
Non il modo migliore per avvicinarsi all'impegno Champions. Inzaghi vestirà i panni del pompiere per spegnere i focolai che seguiranno questo inciampo. Si parlerà dei suoi cambi, interpretati dal vice Farris, di Dimarco uscito sullo 0-2, di Calhanoglu uscito sull'1-2 (non di Lautaro, per favore, uscito col turco, dopo avere sbagliato due gol clamorosi), la colpa cadrà sulle sue spalle più che sui meriti di Chivu, bravo con 3 sostituzioni a riscrivere la sua squadra sgrammaticata sulla fascia destra nel primo tempo (e per l'occasione a specchio sull'Inter).
Punti di vista, la verità è che Inzaghi è stato bravo a vestire l'Inter di Parma con l'abito quasi di gala (assenti solo Pavard e lo squalificato Barella), sapendo
che doveva pensare solo al campionato, ma sullo 0-2 la tentazione di allungare lo sguardo alla Champions League è stata troppo forte. E il Parma è stato bravo a infilarsi negli spazi concessi dalla distrazione nerazzurra.
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