Fasce strappate. Ci sono parecchi capitani di Serie A che sono finiti in discussione e potrebbero fare i bagagli già a gennaio. Incredibile ma vero. Da simboli a esuberi, il passo è stato clamorosamente breve. Tanto da essere stati relegati a panchinari di lusso nelle ultime settimane. Il che provocherà l'inevitabile separazione tra gennaio e giugno.
Una delle parabole più incredibili riguarda Danilo, passato da insostituibile per Max Allegri a riserva nella Juve targata Thiago Motta. Il contratto del difensore brasiliano scade il prossimo 30 giugno e non verrà rinnovato. Crescono però le chance di un addio anticipato, soprattutto se la Vecchia Signora dovesse ingaggiare nei prossimi giorni due nuovi specialisti per il reparto arretrato (Hancko, Silva e Tomori nel mirino). Per Danilo c'è alla finestra il Napoli, che vorrebbe puntellare la propria retroguardia con un elemento di grande esperienza.
I capitani vanno di moda con Antonio Conte, che per la fascia sinistra ha messo gli occhi su Cristiano Biraghi, già allenato dal tecnico salentino ai tempi dell'Inter. Il laterale mancino classe 1992 ha rotto con la Fiorentina e si prepara a cambiare aria. Tra i fattori che hanno indotto alla separazione lo scarso feeling con Raffaele Palladino, che gli ha preferito Gosens. Fatale lo screzio alla vigilia della gara di Conference League contro il Lask. Da allora il numero 3 non è stato più convocato e sta vivendo i suoi ultimi giorni in viola da autentico separato in casa.
Situazione simile, seppur meno esplosiva, tra Davide Calabria e il Milan. I rossoneri avevano già scaricato il proprio capitano l'estate scorsa, quando di fatto si sono arenati i contatti per il rinnovo del contratto. Il classe 1996 è in scadenza a giugno e la sua avventura col Diavolo è ai titoli di coda (appena 2 apparizioni da titolare). Resta solo da capire quando effettivamente si consumerà il divorzio. Calabria preferirebbe salutare a fine stagione (piace a Como, Galatasaray e alcuni club arabi); mentre Fonseca e Ibrahimovic non disdegnerebbero una cessione già a gennaio, così da ricavare un piccolo tesoretto da reinvestire subito nella campagna acquisiti invernale.
Tra i capitani detronizzati c'è pure Lorenzo Pellegrini, che sta scoprendo suo malgrado il significato del proverbio latino Nemo propheta in patria. Il numero 7 giallorosso è sceso in campo per appena 73 minuti nell'ultimo mese e mezzo. Il segnale di come, al di là delle dichiarazioni di circostanza, Ranieri non ci punti affatto.
E così a 18 mesi dalla scadenza del contratto il legame con la squadra della sua città e del suo cuore potrebbe essere reciso. Qualche società straniera ha già sondato il terreno, mentre in Italia ha chiesto informazioni il Napoli. Con Castelvolturno che, di questo passo, rischia di diventare la terra promessa dei capitani esiliati.
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