Gli ottimisti vedevano nella lettera scritta con gli avvocati e diffusa sabato scorso attraverso i canali dell'Inter, l'estremo tentativo di Steven Zhang per combattere ancora e provare a tenersi il club e invece era già il segno della resa. Non è più successo nulla, il presidente non ha più parlato, ma soprattutto non ha pagato i 380 milioni che entro ieri doveva restituire al fondo Oaktree. E così ha finito per perdere l'Inter, che in 8 anni è costata 800 milioni al suo gruppo, 7 trofei pagati carissimo.
Da oggi Oaktree può attivare presso i tribunali le procedure per escutere il pegno, ovvero le azioni dell'Inter (il 68,55 per cento di proprietà di Grand Tower, con riferimento giuridico in Lussemburgo; e il 31,05 del fondo di Hong Kong Lion Rock, ma con competenza giuridica in Italia).
Dopo che il debitore non ha pagato, la questione diventa tecnica. I tempi perché il creditore possa riscuotere il pegno non dovrebbero essere lunghi, soprattutto in Lussemburgo. Nel 2018, al fondo Elliott bastarono 3 giorni per prendersi le azioni del Milan dall'insolvente Yonghong Li. In Italia potrebbe volerci di più. Quando il passaggio di azioni avverrà in modo formale, la nuova proprietà dovrà nominare un nuovo cda e di sicuro ai 2 membri che già oggi fanno capo ad Oaktree, Carlo Marchetti e Amedeo Carassai, si aggiungeranno altre figure di fiducia del fondo americano. Il cda nominerà poi un nuovo presidente e qui al momento si possono fare solo ipotesi per il successo formale di Steven Zhang. Non si tirerebbe indietro Beppe Marotta, che resterà in ogni caso a capo dell'area sportiva e si è già detto pronto ad andare oltre il 2027, ma un candidato utile potrebbe anche essere l'inossidabile Zanetti, attuale vice presidente, sempre che gli americani non abbiano una loro figura da valorizzare.
Resta da capire cosa farà nel frattempo Zhang, che nella sua lettera di resa ha paventato pericoli per la stabilità dell'Inter, quando invece il debito era suo e i rischi anche. L'Inter è solida, ha poi chiarito Marotta il giorno dopo. Proverà davvero a portare Oaktree in tribunale? Marotta si è detto più volte sicuro che il (quasi) ex presidente non farà nulla che possa nuocere al club, ma ora la questione è delicatissima e in ballo c'è una montagna di denaro. Zhang proverà almeno a fare crescere la stima sul valore di mercato dell'Inter (8/900 milioni) in modo che possa aumentare la quota finale per lui (valore di mercato, meno il prestito non saldato, meno gli altri debiti).
Per arrivare al nuovo organigramma ci vorrà almeno un mese, in cui il club proseguirà con l'ordinaria amministrazione, in cui non possono rientrare i rinnovi dei contratti. Ciò non significa che Lautaro e Barella, o Inzaghi, non prolungheranno i loro accordi con l'Inter, significa che lo faranno dopo che la nuova proprietà li avrà approvati. E resta da capire se a Los Angeles pensano che sia funzionale avere in pancia contratti pluriennali a 10/11 milioni netti come quello che vorrebbe Lautaro.
Fa testo relativo l'unico approccio che Oaktree ha avuto con il calcio europeo. Quattro anni fa, il fondo ha rilevato le azioni del Caen, squadra francese allora retrocessa in Ligue 2, che subì una stretta dieta finanziaria, con monte stipendi dimezzati e dipendenti licenziati. Il caso dell'Inter, una delle squadre più forti d'Europa, è differente.
È chiaro che Oaktree ha interesse a tenere alto il valore sportivo per club. Lo farà puntando al risanamento del bilancio (la gestione 23-24 chiuderà ancora con 50/60 milioni di passivo) e sempre sull'autofinanziamento, come nelle ultime stagioni.
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