La statistica dice qualcosa di impressionante: l'Italia non batte il Brasile dal 5 luglio 1982 quando, nella seconda fase a gironi, gli azzurri vinsero 3-2 nella sfida di Barcellona che lanciò Paolo Rossi nel gotha degli indimenticabili: realizzò la tripletta che segnò la via verso Madrid e la finale. L'Italia, infatti, sconfisse prima la Polonia in semifinale, poi la Germania in finale. Ecco, sono passati ben 31 anni e l'Italia dei mille ct e di un altro titolo mondiale sbatte sempre contro un muro verdeoro. Nella storia sono state solo cinque le vittorie azzurre a fronte di 14 confronti totali. Se ci pensate, davvero poche 14 partite per due fra le nazionali più famose e storicamente più gloriose del mondo. Incerti del pallone.
Questa amichevole sarà un'occasione in più per abbattere un tabù, anche se il Brasile è sempre meglio batterlo ai mondiali. I prossimi saranno a casa sua, operazione ancora più difficile. Chi ci riuscirà manderà in depressione un'intera nazione. Anche stavolta atmosfera da grande partita, presa molto sul serio da Prandelli che, ovviamente, vorrebbe mettersi un bel fiore all'occhiello. Non a caso ha citato Italia-Brasile 1982. «Quale è la sfida impressa nella mia memoria? Quella dell'82». Ultimo successo italiano, magari con retropensiero inconfessato. Quindi?Via col liscio: «Incontriamo la nazionale tecnicamente più forte, ma sappiamo di poterli mettere in difficoltà: e abbiamo il coraggio di proporre le nostre idee e i nostri giovani». Buoni propositi che dovranno dirci qualcosa di più e di meglio sulla nazionale azzurra, non sempre eccellente nelle amichevoli. Prandelli conferma qualche scelta innovativa: De Sciglio terzino sinistro, in avanti la coppia Osvaldo-Balotelli con Giaccherini a centrocampo. Chiellini a casa per problemi alle caviglie.
Pirlo in campo, con il ruolo di leader davanti alla difesa che dovrà mantenere fino ai prossimi mondiali. L'interessato conferma: «Finchè gioco ho ancora tanti sogni da realizzare. E la gara contro il Brasile è una sfida importante. Non sarà mai una partita come le altre, ogni calciatore vorrebbe giocarla, e mai come stavolta può risultare fondamentale per capire come stiamo, per la nostra crescita.
Rispetto all'ultima volta in cui abbiamo affrontato la Selecao ci siamo preparati meglio, come fosse una partita di qualificazione». Detto in punta di piedi e a voce bassa. C'è voglia di abbattere un tabù. Un modo per essere giovani e, calcisticamente, belli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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