Da Palladino agli arbitri Inizia la ribellione al solito teatrino di Mou

Il portoghese deferito dopo le accuse a Chiffi Indagine sul caso registratore in panchina

Da Palladino agli arbitri Inizia la ribellione al solito teatrino di Mou

Tanto tuonò (Mourinho) che finalmente piovve (deferimento). E non solo. Perché l'ultima intemerata del tecnico portoghese riferita all'arbitro Chiffi di Monza-Roma ha addirittura provocato una sollevazione generale. Ha cominciato, con ammirevole coraggio, Raffaele Palladino, giovane allenatore al suo esordio strepitoso in serie A, poche ore dopo la fine della partita. «Scandaloso il comportamento della panchina della Roma» ha raccontato e la conferma plastica è arrivata dal bollettino del giudice sportivo con l'ammonizione rifilata a Dybala, schierato in panchina come spettatore non pagante. Dinanzi al terremoto provocato dalle parole di fuoco di Mourinho («sono entrato col microfono per difendermi; non lo fa la società, lo faccio io: Rocchi, non voglio più vedere Chiffi»), si è mossa la procura federale guidata dal dott. Chinè che ha completato la breve istruttoria e deferito alla Disciplinare lo Special one «per i giudizi lesivi dell'arbitro Chiffi e del movimento arbitrale». L'allenatore della Roma sarà regolarmente in panchina contro l'Inter sabato alle 18 e andrà incontro a sicura squalifica nelle prossime settimane.

Si è svegliato pure il presidente dell'associazione allenatori, Renzo Ulivieri, un toscano un tempo dai giudizi taglienti, il quale ha puntato il dito sul proprio associato sull'altra questione aperta, e cioè la news di essere andato in panchina «con un microfono in funzione». «Tale evento mina l'intero sistema» ha tuonato Ulivieri mentre è partita una seconda indagine per capire se la storia del microfono acceso durante Monza-Roma è stata una trovata mediatica di Mourinho oppure no.

Che i rapporti tra Mourinho e gli arbitri, specie in questa stagione, siano stati tempestosi (continue espulsioni sue e del suo vice Foti più il caso Serra, ndr) è cosa nota. Forse non è altrettanto noto che nella classe arbitrale italiana a un certo punto si è registrato un corto circuito perché molti fischietti hanno segnalato al designatore Rocchi la difficoltà nel gestire le partite della Roma. Di qui, qualche settimana fa, l'incontro di Rocchi con la dirigenza giallorossa. Ma il paradosso è un altro. E cioè, secondo fonti interne all'Aia, il ripetersi di battibecchi, proteste sguaiate e frasi ingiuriose, avevano spinto alcuni arbitri a valutare l'ipotesi estrema di rinunciare a dirigere partite della Roma in segno di protesta. Che ci sia bisogno di messaggi chiari l'ha capito anche il neo presidente dell'Aia Pacifici a proposito delle ammonizioni seguite al caso Lukaku. Pellegri, in Samp-Torino, è stato ammonito perché viene riconosciuto il gesto rivolto alla curva rivale al pari di una provocazione. E da questo momento in poi non ci potranno più essere pelosi distinguo.

Ultimo capitolo di questo maggio bollente del calcio italiano: la reazione alle frasi di De Laurentiis sui campionati irregolari del passato.

Oggi nell'assemblea di Lega destinata all'argomento diritti tv è attesa una replica appuntita dopo quella di Max Allegri. Di sicuro affrontare la stagione della trattativa del prossimo triennio dei diritti tv con un presidente scudettato che bolla il calcio italiano di risultati opachi non è esattamente il massimo.

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