È la partita del... cuore Mourinho ritrova un'Inter bella quasi come la sua

Dzeko torna a Roma. Inzaghi per esorcizzare il ko con la Lazio. Rumoroso silenzio del portoghese

È la partita del... cuore Mourinho ritrova un'Inter bella quasi come la sua

Mourinho, finalmente. Roma, di nuovo. Simone Inzaghi torna sul luogo del delitto (l'unica sconfitta del suo campionato) 49 giorni dopo il punto di minima della sua ancora breve ma già positiva parabola nerazzurra. Era sabato come oggi e anche Lazio-Inter cominciava alle 18, dettagli per chi crede alla scaramanzia. Roma-Inter è molto altro, quasi tutto il possibile, scatena ricordi e suggestioni: prima volta di Mourinho contro l'Inter, ma anche prima volta di Dzeko contro la Roma, perché ogni amore ha la sua storia, anche se non tutti valgono un Triplete. Ci sarebbe anche Zaniolo contro l'Inter, ma non è un inedito e poi Zaniolo non ha mai giocato nell'Inter. Nemmeno Inzaghi ha mai sfidato Mourinho, anzi di più: «Non l'ho mai conosciuto, sarà un piacere incontrarlo». Solo miele per l'illustre collega e la sua Roma. «Ha valori importanti, è forte e sarà arrabbiata per la sconfitta di Bologna: dovremo fare una grande partita», sottolinea il tecnico nerazzurro.

Mourinho invece niente, non parla. Tiene per sé e gli amici più intimi l'amore conosciuto e più volte dichiarato per l'Inter. Strategico, sa che il suo silenzio fa più rumore delle parole che avrebbe potuto ridire contro gli arbitri. Furbo, evita un altro giro di domande che dovrebbero metterlo di fronte alla realtà dei numeri: dopo 15 partite la sua Roma ha 5 punti in meno di quella di Fonseca, un anno fa. Era terza, oggi è quinta, a 6 punti dall'obiettivo dichiarato di stagione. Aveva perso 3 volte su 15, oggi 6. Fonseca, prima che il mondo giallorosso gli si rivoltasse contro, era ampiamente in zona Champions, Mourinho già ora per vederla ha bisogno del binocolo e poco serve ai suoi prodi trombettieri ricordare come lo scorso maggio l'Inter chiuse il campionato con 29 punti di vantaggio sulla Roma, perché aritmeticamente gli attuali 9 dopo 15 partite non migliorano granché la media negativa.

Vero è che stasera le assenze di Pellegrini, Abraham e Karsdorp, per non dire del lungodegente Spinazzola, rischiano di farsi sentire contro l'Inter, che di suo recupera Bastoni, ma non De Vrij (altro incrocio nostalgia, questo mancato) né Ranocchia, quindi la difesa sarà un'altra volta in emergenza, con Dimarco a chiudere il terzetto davanti ad Handanovic. Sempre infortunato Darmian, che era la riserva di Hakimi, altra chance per Dumfries, che è stato acquistato (a oltre 12 milioni) per sostituire il marocchino e invece fa la riserva del giocatore che ne era la riserva.

Per il resto, sarà l'Inter migliore possibile, quella che Inzaghi ha assemblato in sei mesi di lavoro e (quasi sempre) vittorie.

Un anno fa, giusto per chiudere con i confronti, Conte aveva 2 punti più di Inzaghi e 1 in meno di distacco dalla vetta rispetto a oggi. Il ritmo resta da scudetto e l'impressione è confortata dal rendimento successivo proprio alla sconfitta contro la Lazio: 7 partite, 5 vittorie più i pareggi contro Juventus e Milan.

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