Nuovi guai per Faustino Asprilla, l'ex calciatore del Parma è stato ricoverato in ospedale per motivi ancora sconosciuti.
Seduto su un lettino d'ospedale, indossando gli occhiali da sole. Così è apparso Faustino Asprilla nel suo ultimo post su Instagram commentato in questo modo dallo stesso calciatore: ''Un'altra volta in clinica''. Non è chiaro il motivo del ricovero e questo ha preoccupato molto i follower che hanno espresso auguri di pronta guarigione a Tino, divenuto un'icona sia per le prodezze in campo che per la vita sregolata lontano dal terreno di gioco.
Una vita di eccessi dentro e fuori dal campo per l'ex calciatore del Parma, protagonista indiscusso degli anni d'oro della società ducale sotto la guida di Nevio Scala. Oggi ha 50 anni e nella sua vita ne ha davvero combinate di tutti i colori tanto da essere soprannominato il "selvaggio". Una volta in Colombia è finito in galera per avere sparato con la mitragliatrice contro poliziotti che dovevano recapitargli una multa. Poi si è messo a produrre preservativi aromatizzati. Quando si trasferì al Newcastle invece, arrivò nello spogliatoio a cinque minuti dall’inizio della sfida di Champions con il Barcellona. Al posto del riscaldamento si scolò un gin e poi firmò una incredibile tripletta. Motivò il ritardo così: stava facendo sesso con una delle sue tante fidanzate.
A lasciare ancora di più senza fiato è stata la confessione fatta nel documentario trasmesso dalla trasmissione colombiana TelePacifico dal titolo "Faustino il Grande" con la furiosa lite con il portiere Chilavert iniziata in campo e proseguita negli spogliatoi. Il Paraguay vinse quella partita 2-1, ma quel che stupisce è quello che accadde subito dopo quell'episodio. "Mi chiamò un uomo presentandosi come Julio Fierro lo incontrai, era con altri 10 uomini, tutti ubriachi e con alcune donne paraguaiane, mi disse che voleva l'autorizzazione affinché due del suo gruppo rimanessero ad Asuncion con il compito di uccidere Chilavert. Gli dissi che era pazzo e che quel che succede in campo finisce in campo". Julio Fierro era un narcotrafficante colombiano, uno degli uomini fidati di Pablo Escobar. E quel no di Asprilla salvò probabilmente la vita a Chilavert.
Tutto normale insomma per uno come Tino, che ha sempre avuto un debole per un'esistenza sfrenata e senza limiti. In attesa di conoscere i particolari del misterioso ricovero in ospedale di oggi.
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