Federica lo sa. Quella bandiera che oggi porterà in alto e fiera durante la cerimonia vale doppio. Porta il peso e l'onore di un messaggio sportivo che deve unire il Paese. E porta il peso e il dolore di un messaggio che deve arrivare dritto alle donne d'Italia perché non se ne può più, con la povera Vania ammazzata l'altro giorno, sono salite a 60 le ragazze, le fidanzate, le mogli, le madri uccise da inizio anno. E infatti dirà: «E' un tema molto importante questo per me... Non si fa mai troppo, e spero che in Italia le leggi a tutela migliorino e si faccia sempre di più per noi donne». Dirà: «Colpa di uomini che non si sentono più all'altezza, prima erano abituati a comandare e noi sempre zitte, ma ora le cose sono cambiate e non li chiamerei neppure uomini...». Dirà: «E mi rivolgo alle donne, non smettete mai di parlarne, con un'amica, una sorella, una madre, dovete avere questa forza anche se so che è difficile perché spesso tutto avviene in famiglia».
Una bandiera che vale doppio, una bandiera che vale triplo perché è anche carica di cose belle che raccontano di come fosse scritto da tempo che un giorno, a rappresentarci tutti quanti, sarebbe stata la ragazzina di Atene 2004 diventata l'altro simbolo sportivo del nostro Paese con Valentino Rossi. Perché Federica Pellegrini è, sì, la quinta donna dopo Miranda Cicognani a Helsinki '52, dopo la saltatrice Sara Simenoni a Los Angeles '84, dopo le schermidrici Giovanni Trillini (Atlanta '96) e Valentina Vezzali (Londra 2012), però Fede è anche la prima portabandiera nel giorno del proprio compleanno. E questa coincidenza vorrà pur dire qualcosa.
Fanno 28 anni oggi, fanno tanto nel nuoto ma Federica ci ha già stupito troppe volte. Per questo affronterà i 200 stile «puntando a una medaglia» per cancellare il tonfo di Londra, per questo affronterà la 4x100 «sarebbe storico arrivare in finale» e affronterà la 4x200 e affronterà i 100 stile perché i tempi delle settimane scorse sono stati troppo belli per non provarci per davvero. Nell'attesa incassa senza scomporsi più di tanto i complimenti del premier Renzi durante l'alza bandiera, «scelta doverosa, lei è la Divina, è bravissima ed è il giusto riconoscimento a una delle più grandi atlete nella storia dello sport italiana». Dopodiche tranquillizza tutti: «Sono serena, contenta, orgogliosa, ma non sono per nulla tesa o avverto pressione... Anche al villaggio, gli appartamenti, massì, tutto ok, ci avevano talmente preparati al peggio, che poi, vuoi anche grazie all'intervento del Coni, abbiamo trovato tutto quello che serviva... un letto, l'acqua, la luce elettrica...».
Massì, l'Italia ha Fede e noi abbiamo Fede in questa ragazza che gira per il villaggio per mano al fidanzato Filippo Magnini, che un po' si emoziona poco, ci mancherebbe all'idea dei grandi sportivi presenti, «Ci sono Djokovic, Bolt, sono tutti qua e, diamine, mi dispiace non essere riuscita a fare la foto con Usain...».
Una ragazza che però non perde un attimo la concentrazione sul proprio ruolo di capo squadra del nuoto e motiva le compagne della staffetta e motiva se stessa, «sono in forma, sono pronta». Una ragazza che solo all'ultimo rivela una debolezza. Quando dice «sfilerò con un vestito normale... ma oserò con le scarpe». E' una bella debolezza. E l'Italia è avvisata.
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