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Pep e un City di marziani Inter, la via non è Real: attacca per fare l'impresa

Inzaghi può sorprendere Guardiola. Serena: "Serve coraggio, Lukaku più di Dzeko la chiave"

Pep e un City di marziani Inter, la via non è Real: attacca per fare l'impresa
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La battuta è scontata: meglio non guardarlo più il City, ché se gioca ancora così c'è da averne troppa paura. E invece oltre la facile ironia forse si nasconde l'unica via per provare a fare saltare il pronostico, oggi nettamente dalla parte di Guardiola e dei suoi straordinari calciatori. «Proprio la partita col Real Madrid ha detto che contro il Manchester City è inutile difendersi», sentenzia il grande ex Aldo Serena, tornato a raccontare calcio su Sky. E allora tanto vale provare a sorprendere i marziani. «L'Inter quest'anno ha giocato in vari modi, a volte ha provato ad aspettare, ma spesso ha anche aggredito l'avversario con 7/8 giocatori per volta. Ecco, forse questa può essere la chiave».

Perché il City fa tutto bene: corre, occupa gli spazi, tiene e scambia e calcia il pallone in modo perfetto. Emiliano Mondonico in questi casi amava dire che «se sarà una bella partita, vincono loro; se invece sarà una partita brutta, possiamo vincerla noi». E anche questo ricordo può servire a Inzaghi per preparare la sfida impossibile, che sta mobilitando il tifo nerazzurro. L'Inter avrà a disposizione 20 mila biglietti (nel 2010 erano 30 mila per la maggiore capienza del Bernabeu) che saranno messi in vendita online nei prossimi giorni. Per chi non potrà essere a Istanbul, ci sarà probabilmente la possibilità di condividere la partita in remoto, all'interno di San Siro.

Peccato per Mkhitaryan, per il quale gli esami hanno confermato lo stiramento al muscolo retto femorale della coscia sinistra, non gravissimo, ma sufficiente a tenerlo fuori squadra per almeno 2/3 settimane, al limite per il rientro in tempo utile per la finale. Ben che andrà, sarà in panchina, ma certo con autonomia e condizione differenti da quelle degli ultimi mesi, in cui è stato un cardine dell'Inter.

Senza l'armeno, Inzaghi ha un cambio in meno in mezzo al campo e magari nelle prossime partite avrà qualche occasione in più anche Asllani, l'unico giocatore mai veramente entrato nelle rotazioni nerazzurre e uno dei punti di attrito del tecnico con Marotta, che sul giocatore ha investito 14 milioni.

Domenica a Napoli, contro una squadra che non regalerà nulla davanti ai propri tifosi, e oltretutto già battuta all'andata, Inzaghi proseguirà il turnover scientifico applicato nell'ultimo mese, anche perché quasi nessuno pare ricordarsene mercoledì l'Inter si gioca un altro pezzetto di Tripletino, mettendo in palio la «sua» Coppa Italia contro la Fiorentina. Un trofeo che non vale certo la Champions, ma che Inzaghi non ha certo intenzione di sacrificare sulla strada per Istanbul.

A Napoli, torna Lukaku dal primo minuto, di nuovo affiancato a Correa e chissà fino a quando proseguirà il balletto delle punte, con coppie che sembrano consolidate. Ancora Serena ha però un'idea che potrebbe sparigliare le carte in finale. «Secondo me, l'uomo più adatto per il City è proprio Lukaku, che ha ritrovato forza e condizione. Più di Dzeko, che è un grande giocatore, molto tecnico, ma abbiamo visto come il City sappia rubarti il tempo e il pallone: la tecnica da sola non basta.

Forse Lukaku è più adatto, perché più potente, buono di sponda per i compagni e ottimo da solo, negli spazi che probabilmente l'Inter avrà quella sera». Un'idea, non un suggerimento. Poi farà Inzaghi, che finora ha di certo dimostrato di preparare ogni partita in modo perfetto, da bravo secchione del pallone.

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