Wilfred Gnonto, diciotto anni, dopo l'esordio con la Nazionale azzurra - per una felice intuizione del ct Roberto Mancini - è sulla bocca di tutti. Ha fatto une bella prestazione, giocando una mezzoretta, convicendo tutti e facendo pure un assist decisivo, dando una palla al bacio a Pellegrini che ha insaccato in rete. Si è dimostrato un eccellente giocatore, un attaccante fi fascia potente e veloce. Di lui sentiremo parlare. Sapete dove gioca? Nello Zurigo, in Svizzera. L'Inter, che lo aveva cresciuto, se l'è lasciato scappare quando aveva sedici anni. O meglio, non ha creduto abbastanza in lui. Ed è stata la fortuna di Gnonto, che se non fosse volato via all'estero probabilmente ora giocherebbe sempre in Primavera, oppure farebbe la riserva, magari in Serie B o C.
Perché in Italia crediamo così poco ai giovani? Perché preferiamo acquistare giocatori stranieri, spesso non così forti, decidendo di non dare fiducia piena ai nostri ragazzi? Appena sceso in campo (partita dalla panchina) Wilfred ha mostrato tutte le sue qualità: corsa, determinazione e tecnica, caratteristiche fondamentali per aiutare gli Azzurri ad aprire un nuovo ciclo che - si spera - dovrebbe far dimenticare la figuraccia dell'esclusione per due volte consecutive dai Mondiali.
Wilfred è bravo ma va protetto. Non possiamo stritolarlo con aspettative asfissianti, critiche alla minima giocata sbagliata o altre cose di questo tipo. È un ragazzo, deve solo giocare, divertirsi (prima di tutto) e crescere, anche sbagliando. Di sicuro papà Boris e mamma Chantal, che lo hanno seguito in Svizzera, gli faranno da scudo e continueranno a farlo. E lo farà anche Mancini, ne siamo certi.
Ma i club italiani, di Serie A, B e C, che aspettano a buttare nella mischia i giovani italiani? La lista delle promesse che finiscono all'estero è lunga. Troppo facile dare la colpa alle leggi (in Italia non è possibile firmare i contratti di pre-formazione), con la conseguenza che molti, tra i più bravi, a sedici anni sgommano all'estero in cerca di fortuna. Ma rientrare in Italia per fare panchina può avere senso per un ragazzo che ha fame di pallone e non trova spazio in campo?
L'Inter si morde le mani
Qualche anno fa in una costosa operazione che portò il maturo Nainggolan in nerazzurro, l'Inter cedette alla Roma la promessa Nicolò Zaniolo. Dopo poco si è visto chi ha fatto l'affare.
La storia si ripete con Gnonto, che l'Inter si è fatta scappare di mano: in due anni nello Zurigo Wilfred è stato determinante (33 presenze e 8 gol) per la vittoria del campionato, divenendo persino un beniamino dei tifosi. Serve maggiore attenzione da parte dei club. Ma, forse, anche qualche "incentivo" a livello federale, premiando chi ha coraggio e decide di dare spazio ai giovani.
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