
Alla fine ci si rimane male non perché a vincere sia ancora una volta lui, Tadej Pogacar, ma perché chi si era detto pronto alla sfida nemmeno si è presentato all'appuntamento. Remco Evenepoel è stato battuto per manifesta inferiorità. Dopo i proclami della vigilia «Se non pensassi di poterlo battere, neppure mi sarei presentato», è la strada a dire le cose come stanno.
Le parole della vigilia restano in albergo, quello che sale in bicicletta non è chiaramente il vero Remco, il quale, probabilmente, non è così avanti nella condizione come pensava di essere. Sulla Redoute Remco resta gambe a penzoloni, Taddeo a 35 km da Liegi mette la ridotta e scala da seduto la côte simbolo della doyenne e se ne va indisturbato.
Lui va spedito, come è solito fare e a Liegi ci arriva da solo con un minuto e mezzo di vantaggio, per dedicare il successo alla suocera scomparsa tre anni fa. Nel frattempo, come ad ogni sua rappresentazione, aggiorna l'album dei record: su tutti quello di aver chiuso sul podio le ultime otto classiche monumento, con cinque vittorie (Liegi, 2 Lombardia, Fiandre e ancora Liegi), un secondo (Roubaix) e due terzi (Sanremo 24 e 25): nemmeno Merckx.
Ma il campione del mondo è anche il corridore in attività con più prove Monumento conquistate, in tutto nove, una più di Van der Poel, eguagliando così Coppi, Girardengo e Kelly. Infine, così tanto per gradire, la contabilità stagionale parla di 7 vittorie in quattordici giorni di gara, senza mai scendere dal podio in tutte le corse di giornata affrontate.
«Non era questo il piano, ma quando ho visto che di squadre compatte all'imbocco della Redoute non ce n'erano più e mi sono accorto che Remco non era nelle prime posizione ho allungato: in cima, visto che sentivo che le gambe erano buone, ho tirato dritto Cosa mi attendo adesso? Finalmente un po' di riposo», ha raccontato il campione del mondo.
Finalmente anche un po' d'Italia, che non solo esiste, ma resiste in questo ciclismo di giganti. Bravissimo Giulio Ciccone, che dopo aver chiuso lo scorso anno il Lombardia alle spalle di Pogacar e Evenepoel, dopo sei anni riporta l'Italia sul podio della Liegi: «Sono felice per me e per la mia squadra (la Lidl-Trek, ndr), questo 2° posto vale tanto. Sono arrivato qui senza pressione e penso di aver fatto davvero una grande corsa. Adesso sotto con il Giro, ma non chiedetemi cosa farò, l'importante è stare bene», come a scacciare pressioni e attese.
A completare l'opera ci pensano Velasco e Bagioli, i più veloci nella volatina del gruppetto dei migliori, dove manca il solo Evenepoel, che alla fine arriva ad oltre tre minuti, con il volto tirato e un sorriso di circostanza che non nasconde l'amarezza di una sconfitta che brucia enormemente.
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