Paul Pogba sta scoprendo che c'è di peggio di un infortunio che rischia di fargli perdere il Mondiale e di rovinargli l'estate del ritorno alla Juventus. Il francese infatti è finito nel mirino di una banda organizzata, di cui farebbe parte anche il fratello maggiore Mathias, che da mesi starebbe portando avanti un tentativo di estorsione ai danni del campione del mondo.
Il caso è esploso dopo che Mathias ha postato un video social in cui annunciava imminenti rivelazioni su «Paul e la sua agente Rafaela Pimenta», che guida l'agenzia dopo la scomparsa di Mino Raiola. «Tutto questo rischia di essere esplosivo», il messaggio finale del filmato che punta il dito anche contro il documentario The Pogmentary e mette nel mirino le reali condizioni fisiche del bianconero. Una minaccia per non rivelare video che potrebbero offuscare l'immagine del campione, di chi gli sta attorno e anche di Kylian Mbappè. A proposito del compagno di nazionale, secondo Pogba, i ricattatori l'avrebbero minacciato di rivelare che si era rivolto a un santone musulmano per lanciare un malocchio contro l'attaccante del Psg.
Il centrocampista della Juventus ha reagito in maniera decisa con un comunicato dei suoi legali parlando di «minacce» e «tentativi di estorsione da parte di una banda organizzata» nei suoi confronti, di Yeo Moriba (la mamma) e dell'agente Pimenta. «I fatti sono già stati denunciati un mese fa alla polizia italiana e francese», hanno spiegato.
Infatti un'indagine è già stata aperta in Francia. Secondo quanto ricostruito da Francetvinfo in base alle testimonianze rilasciate dallo stesso Pogba agli inquirenti, il tutto sarebbe iniziato a gennaio quando il giocatore ha cacciato dalla casa di Manchester un amico dopo aver scoperto che gli aveva sottratto 200mila euro con la carta di credito.
Poi durante la sosta per le nazionali di fine marzo, il campione del mondo ne ha approfittato per far visita alla sua famiglia, ma in quell'occasione è stato trascinato da amici d'infanzia in un appartamento dove avrebbe trovato anche due uomini incappucciati e armati con fucili d'assalto che lo incolpavano di non averli aiutati economicamente dopo essere diventato professionista. Nell'occasione a Pogba sarebbero stati chiesti 13 milioni dalla banda per avergli assicurato la privacy e la sicurezza durante la carriera.
I ricattatori si sarebbero presentati anche ai centri d'allenamento di Manchester United (in marzo) e Juventus (a luglio e qui Paul avrebbe riconosciuto anche il fratello) per intimidire il giocatore. Da qui la decisione di sporgere denuncia. Quella che sembrava una faida familiare si sta rivelando una faccenda ben più grave. Più complicata del ritorno in campo.
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