![Poker di Retegui. La Dea sbriciola in un tempo il povero Verona](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/09/1739091597-23107337-small.jpg?_=1739091597)
L'Atalanta si lascia alle spalle il gennaio da incubo e, nonostante l'emergenza infortuni, torna al successo, sbancando il Bentegodi. Decisivo - manco a dirlo - ancora una volta Mateo Retegui, sempre più capocannoniere del torneo. Il modo migliore per cancellare la delusione del rigore decisivo sbagliato contro il Torino. Gasperini lancia subito dal primo minuto il nuovo acquisto Posch in difesa, mentre tra centrocampo e attacco mescola le carte in vista della gara di mercoledì in Champions League a Bruges. Turno di riposo per Bellanova e Pasalic, dentro tra i titolari Cuadrado e Samardzic. L'Hellas invece risponde coi nuovi arrivati Niasse e Bernade in mezzo al campo. Al 21' la Dea passa in vantaggio: progressione di De Ketelaere che dribbla Daniluic e calcia in porta, ma il palo respinge la conclusione a giro del belga. Più lesto di tutti arriva sul pallone Retegui, che ribadisce in gol col più classico dei tap-in. Neanche il tempo di esultare che l'italo-argentino trova nuovamente la via della rete: imbucata di De Roon per Djimsiti che appoggia all'accorrente Retegui che di sinistro trafigge ancora Montipò. Al 37' i bergamaschi calano il tris grazie alla progressione inarrestabile di Ederson, che taglia in due la difesa scaligera e sigla così il suo terzo centro in campionato. La truppa di Gasp continua a macinare gioco come se nulla fosse e chiude il primo tempo sul 4-0: ancora a segno Retegui che in mischia trova l'inserimento vincente dopo il palo colpito da Posch. Nella ripresa il copione non cambia affatto e l'Atalanta arriva al 5-0 grazie allo scatenato Retegui, che sfrutta nel migliore dei modi il traversone di De Roon.
Poker personale e acuto numero 20 in campionato. Nel finale c'è spazio soltanto per un po' di accademia col pubblico gialloblù che fischia soronamente la squadra di Zanetti, la cui panchina sta iniziando a traballare pericolosamente.
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