La Premier non saboterà il romantico derby d'Italia orfano di Pogba e Lukaku

I grandi colpi dell'estate tormentati dai guai. Tanti reduci dall'Inghilterra a mezzo servizio

La Premier non saboterà il romantico derby d'Italia orfano di Pogba e Lukaku

Cosa ci siamo persi? L'Inter qualche gol di Lukaku. La Juve l'uomo del Rinascimento a centrocampo. E così sarà fino al nuovo anno. Tanti saluti al bomberone e al Pogba devastatore di un'altra era. Juve e Inter domenica se la giocheranno così come sono: belle o brutte poco importa. Diciamo senza il gingillino (nonostante le stazze) che ha fatto risonar le campane nell'estate, entrambi arrivati come top player nel nome di scudetti che furono. E sorge il dubbio che tra la serie A e la Premier ci sia una sorta di reciproca insopportabilità: quelli fanno gli smargiassi eppoi rifilano giocatori a mezzo servizio. C'è sempre un guaio fisico a mettere il freno. Senza parlare delle lezioni sul campo: vedi Chelsea con il Milan.

Pogba e Lukaku non sono i soli, basta dare un'occhio alla decina di combattenti del pallone giunti quest'anno dall'Isola. Chi più e chi meno ha alternato problemi di salute ad uno sparuto numero di presenze: Origi e Milan sono esperti in materia, ma altri sono nella scia. Addirittura Harry Winks, arrivato in prestito dal Tottenham alla Sampdoria, non ha ancora messo piede in campo. E chissà mai se lo metterà. Non stiamo a dire si tratti di cosiddetti pacchi, se diversi fra loro sono pronti (erano... vedi Pogba) a giocarsi Qatar 2022. Ne sa qualcosa la Juve, se n'è accorta l'Inter: finora è stato un campionato dove alla preoccupazione dei punti si è legata quella dell'esserci o non esserci (al mondiale) da parte dei giocatori, anche di altre nazioni ovviamente. Lukaku era una vedette ideale per il derby d'Italia: pane per un fighter come lui. Attese svanite per l'ennesimo tradimento muscolare, dopo aver lasciato sperare all'appassionato popolo di avere ritrovato finalmente la via del gol e del campo da gioco. È già partito per il Belgio: non sia mai che da quelle parti abbiano pozioni magiche per evitargli altri guai. Non proprio una bellissima impressione. Per non dire dell'enigmatico Pogba che ha fatto perdere la pazienza alla Juve. Ed ora è fermo per un guaio alla coscia. Ha perso il mondiale a cui teneva tanto, ma anche un pizzico della bella faccia. Quello di Pogba rientra negli esempi di giocatori stile mercenario. Ovvero: prima i fatti miei e peggio per chi mi paga. Talvolta anche i procuratori dovrebbero mettere mano sulla coscienza, se non ci riescono i giocatori. Certo è che il romantico revival del francese è finito in un indecoroso fiasco e ci vorrà gran bravura per farsi perdonare da gennaio in poi. Se, poi, i club potessero tagliare gli stipendi, in ragione del numero di assenze non sempre giustificate dalle scelte, magari vedremmo altri atteggiamenti. La serie A andrebbe difesa anche così: il calcio regala ingaggi troppo alti per permettersi compassione.

Morale della storia: la

sfida di Torino ci rifilerà una Juve sempre ammaccata ma con la gioventù al potere e un'Inter in grande spolvero sebben privata della ciliegina. Sicuri che non ci faranno annoiare. La Premier non saboterà il derby d'Italia.

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