Primo giorno da quasi ex Rossi, da sedicesimo a ultimo sotto la pioggia

Commosso per l'affetto ricevuto: "Che gioia quei messaggi". Ma il verdetto della pista resta duro

Primo giorno da quasi ex Rossi, da sedicesimo a ultimo sotto la pioggia

«Non chiamatemi ex». Il giorno dopo l'annuncio del ritiro dal Motomondiale a fine stagione, Valentino Rossi ribadisce: «Sono un pilota. Metterò tutto il mio impegno per migliorare ancora in questa seconda parte dell'anno e poi mi dedicherò alle corse in auto». A due o quattro ruote, il Doctor resta una leggenda, riconosciuta da tutti. Fan, sportivi e politici come il vicino della porta accanto. «Ieri sera sono andato a dormire con il sorriso sulle labbra», racconta Rossi soddisfatto, «sono stato letteralmente travolto da migliaia di messaggi ricevuti da tutto il mondo: dagli amici più intimi agi sportivi più conosciuti. Calciatori, piloti di Formula Uno, e poi i rivali e protagonisti di tante battaglie come Biaggi, Stoner, Melandri o Dovizioso. È stato bellissimo ricevere tanto calore e supporto. Mi sono commosso».

Sospeso tra il recente passato e il prossimo futuro, il Doctor indugia ancora nei ricordi. «Ogni mercoledì sera prima del fine settimana di gara ceno sempre con mamma Stefania e Francesca (la sua fidanzata). Non abbiamo parlato di questo argomento mentre mangiavamo, solo salutandola, già sulla porta di casa, ho detto alla Stefy: domani annuncio il mio ritiro. É rimasta a bocca aperta, senza la possibilità di proferir parola perché sono uscito» Valentino sorride con dolcezza nel raccontarlo, «Ne avevamo parlato tante volte, ma l'ultima decisione e' stata mia. È stato più difficile convincere Graziano, fino ad una settimana fa non ne voleva sapere. Continua, ci divertiamo, ripeteva. Alla fine ha capito. Hanno insistito tanto anche i ragazzi dell'Academy, soprattutto Migno e mio fratello Luca».

Il 16º posto nelle libere della mattina del GP di Stiria e l'ultimo posto sul bagnato al pomeriggio (1° Savadori, 4° Bagnaia) non scalfiscono il buon umore del 9 volte campione del mondo. «Avevo un'offerta da Petronas, potevo correre nel mio team, ma non avrebbe avuto senso cambiare marca (da Yamaha a Ducati, ndr) per una sola stagione. Ho preso la decisione giusta».

Ieri mattina Valentino è sceso in pista con la testa libera. «Adesso sento meno la pressione, ma in moto non puoi abbassare la guardia. Il mio obiettivo è fare una buona seconda parte di stagione. Migliorare». Valentino guarda avanti, quasi costretto. «Diventare papà? Ho sempre detto che mi piacerebbe avere un figlio, ma lasciatemi godere qualche mese di ferie, uno stacco tra l'essere in pista con la Motogp e il diventare padre». E a chi lo vedrebbe in un ruolo istituzionale come ambassador dello sport italiano nel mondo: «Mi sento spesso con Malagò, è venuto anche a trovarmi quando mi sono infortunato. Da una parte sarebbe bellissimo. Questo è un anno magico per l'Italia: dalla vittoria agli Europei agli ori olimpici di Marcell Jacobs o Gianmarco Tamberi. Sono contentissimo anche di quest'ultimo successo nella staffetta. Meraviglioso.

Dall'altra parte, dovrei capire quanto sarebbe l'impegno. Dovrei lavorare, immagino». E ride spensierato, l'immenso Valentino che ha fatto della sua sana leggerezza e simpatia innata, un'arma vincente, oltre al suo straordinario talento. Guai a chiamarlo ex-pilota.

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