Ah, il doping. O la scorciatoia con l'additivo che aumenta le prestazioni. Magari sono sostanze lecite ma sicuramente anti-sportive. Comunque sospetti e accuse si ripresentano anche al Mondiale. Senza conseguenze, perché le prove non si trovano e poi il calcio è restio a farsi coinvolgere nelle cacce ai colpevoli (ma anche alle streghe) come altri sport. L'ultima accusa viene dalla Germania. I russi avrebbero sniffato ammoniaca prima delle partite con Spagna e Croazia. L'ammoniaca non è nella lista nera, però tiene su. Il medico russo ha già smentito e la cosa finirà lì, forse non ne riparleremo. Invece abbiamo ancora in mente il miracolo di Berna (secondo i tedeschi) del 1954, quando la Germania superò, a sorpresa, la favorita Ungheria di Puskas e compagni. Tornati in patria, i campioni del mondo invece che con la birra in mano finirono con le flebo nel braccio, ricoverati per problemi al fegato. Gli ungheresi protestarono ma, sebbene l'episodio sia finito nei libri di storia, non ebbe seguito.
Nel 2013, uno studio dell'Università di Berlino, ha confermato l'uso sistematico di doping da parte dei calciatori dal 1950 e fino alla prima metà degli anni '70. Lega e federcalcio tedesche hanno negato. Ovviamente. Ma anche noi siamo stati chiacchierati per la leggendaria carnitina assunta dagli azzurri al Mondiale 1982.
Il medico della Nazionale, professor Leonardo Vecchiet spiegò che non era doping: «La carnitina, che ho studiato a lungo, interveniva sul consumo energetico in particolari condizioni climatiche. E in Spagna, faceva particolarmente caldo». Ma un bel piatto di spaghetti? Non aumenta le prestazioni?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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