Quattro minuti per andare in finale contro l'Argentina. Il gol di Hernandez e poi la Francia è arretrata a difendere il risultato mentre il Marocco ha giocato, meglio ha corso ma è stato ostacolato da Cesar Ramos, uno dei tanti arbitri mediocri mandati in campo dalla Fifa per motivi politico elettorali, un messicano, un canadese al var e un americano a supporto, così tanto per portarsi avanti verso il mondiale prossimo venturo, in quei tre Paesi. È imbarazzante, per non dire scandaloso, che per un torneo, che richiama i migliori calciatori del mondo, vengano designati giudici privi dell'esperienza e personalità necessarie e in linea con la qualità della competizione.
A Infantino, appoltronato in tribuna, calzando scarpa bianca sponsorizzata a fianco di Macron, non interessa affatto il gioco ma ben altro e il Qatar, come riferiscono le cronache dal Belgio, è abilissimo nelle pubbliche relazioni. La Francia ha sofferto molto di più di quanto potesse pensare, l'assenza di Rabiot le ha tolto un uomo di raccordo decisivo, il centrocampo è andato in affanno di fronte all'aggressività dei marocchini, la posizione ambigua di Griezmann non ha agevolato la fase offensiva, Mbappé ha offerto momenti esaltanti, se Messi dribbla i cammelli, il francese sfreccia sul tappeto volante, lo hanno pestato i marocchini mentre il messicano ha tenuto basso il sombrero mai ammonendo se non, sbagliando, Boufal in un episodio che avrebbe avuto bisogno del Var per un intervento da penalty di Hernandez. Il ritmo della partita è stato sempre altissimo per merito unico del Marocco, mai appoggiato da Allah in almeno tre colossali occasioni, il raddoppio di Kolo Muani ha tolto le ultime speranze ai ragazzi del Maghreb, scaldati dai meravigliosi quarantamila sulle tribune che hanno vinto il loro mondiale.
Mbappé ha concluso la sua partita con una gamba ammaccata dalla
gentilezza degli avversari, ha tre giorni per curarsi e affrontare Messi. Il fattore M deciderà il titolo di campione del mondo. Molto dipenderà dall'arbitro scelto dalla compagnia teatrale della Fifa. Non c'è da fidarsi.
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