Quando il peggio e il meglio s'incrociano nello stesso giorno, nello stesso posto e alla stessa ora, succede che lo sconfitto alzi bandiera bianca e fatichi a nascondersi dietro le dichiarazioni di rito, e il vincitore dica invece cose vaghe per non svelare quanto sappia ormai di avere il titolo in tasca. Quando lo stesso circuito riesce a tirare fuori il peggio, a Dovizioso e alla Ducati, e il meglio, a Marquez e alla Honda, succede che le speranze di un titolo mondiale tutto italiano, al cui pensiero ci eravamo cullati non più tardi di una settimana fa, tornino ad essere quello che in fondo erano sempre state: dei sogni. E succede che le incertezze in cui credevamo fosse piombato lo spagnolo dopo alcune cadute in prova e dopo aver perso un paio di duelli proprio contro Dovizioso, si trasformino purtroppo nella certezza, per tutti noi, che solo la matematica, ora, e un improvviso impazzimento del pilota Honda, poi, potranno rimetterci in sella a qualcosa di più concreto di un sogno.
Quando il peggio e il meglio s'incrociano e dalla speranza di vedere l'Italia due volte iridata si passa al sogno, sapendo che presto, magari già da domenica in Malesia dove Marquez avrà il primo match ball, il sogno potrebbe trasformarsi nell'incubo di una grande occasione persa, quando succede così si ha tutti bisogno di
conforto e allora ci si rifugia nelle cose care o fra le braccia di chi, come un parente o un amico fraterno, tra alti e bassi, fra imprese ed errori, c'è da sempre e non molla mai. Valentino Rossi. Ma l'avete visto ieri?
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