Le frasi «a gettone» sono già pronte per essere ingoiate nella slot machine del giustificazionismo: «È stata solo una bravata»; «Episodio che non ha nulla a che fare col calcio»; «Gesto isolato di un criminale»; «I sostenitori del Foggia non sono così...». Quest'ultima affermazione è vera, ma le altre no.
Se infatti da una parte il tifo della Capitanata risulta «sano», dall'altra è inquietante come gli atti intimidatori di stampo «sportivo» (ma l'aggettivo è improprio) siano da queste parti tutt'altro che rari.
La Jeep (nella foto) del capitano dei rossoneri, Davide Di Pasquale, crivellata nella notte tra domenica e lunedì (cioè subito dopo lo spareggio per la promozione in B perso dai pugliesi contro il Lecco ndr) da 4 colpi di pistola nel parcheggio dello Zaccheria è l'ennesima di una serie di brutte vicende.
Lo scorso 19 maggio il pullman del Foggia (di rientro dalla sconfitta contro il Cerignola nei playoff) era stato accolto in città a colpi di pietre e sprangate; un delirio che ricorda il precedente del 2016 con l'assalto ai giocatori «rei» di aver perso 3 a 0 contro la Fidelis Andria.
Nel 2021 fu preso di mira l'allora capitano del Foggia, Federico Gentile, cui venne incendiata la porta di casa. E poi minacce, ricatti, aggressioni. Foggia, città difficile. Nella classifica sulla «Qualità della vita» figura al 105° posto su 107 nella graduatoria generale e al 100° alla voce «giustizia e sicurezza».
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato: «La mafia foggiana si
caratterizza per l'esercizio di una violenza eclatante». E il ruggito dei clan si fa sentire anche nel mondo degli ultrà. Al sud come al nord, senza risparmiare i club blasonati.Così si uccide quel che resta del calcio pulito.
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