"In questo Tour strano voglio uscire dalla bolla ed essere protagonista"

Allarme Covid a Nizza, due meccanici positivi ma il sardo Fabio Aru non ha paura: "Siamo al sicuro"

"In questo Tour strano voglio uscire dalla bolla ed essere protagonista"

Viene da almeno tre anni bui e sogna di rivestirsi di giallo in una zona che è stata dichiarata rossa. Fabio Aru la prende con filosofia e fa un po' come tutti: vive alla giornata. «È un anno così, tutti abbiamo ormai imparato a convivere con questo stato di cose dice il sardo della UAE Emirates - È un anno particolare, nel quale sono saltati tutti i punti di riferimento. L'unica certezza è che domani si parte, per il resto si vedrà».

È fatalista, Fabio Aru. Non fa programmi, né promesse o pronostici. Sa perfettamente che sarà un Tour diverso dagli altri, per mille e più motivi. Nella giornata di ieri tutto il personale delle squadre è stato sottoposto a tamponi (positivi due meccanici della Lotto, squadra ok) e, come si legge sul sito ufficiale della città, ci sarà una postazione in cui chiunque potrà sottoporsi, spontaneamente e gratuitamente ai famosi test pcr. Poi nella giornata di ieri è stata emanata anche una nuova ordinanza a Nizza, il prefetto delle Alpi Matittime Bernard Gonzalez, ha emesso una nuova nota, vista la situazione sanitaria delle Alpi Marittime, dichiarata zona rossa, ha deciso di chiudere al pubblico in auto le salite delle prime due tappe.

Preoccupato?

«No, mi sembra che si stia facendo tutto il possibile per fare le cose con criterio e in assoluta sicurezza. I team sono attrezzati da tempo, gli organizzatori non sono da meno».

Un Tour che sarà in ogni caso molto diverso da solito.

«Questo è indubbio. Intanto si corre per la prima volta nella storia non a luglio ma a fine agosto e poi noi corridori ci arriviamo con una manciata di corse nelle gambe, non dopo mesi di sfide per il mondo».

Sarà una partenza diversa questa, in una città la cui parola d'ordine è test Covid-19.

«Noi viviamno in una bolla di ferro. I team hanno adottato misure anti-covid rigidissime, e nessuno al di fuori del personale autorizzato ci potrà avvicinare. Anche voi giornalisti potrete farlo solo a certe regole, in certi punti e in determinati momenti, e solo e soltanto se avrete eseguito i tamponi. Qui siamo in una Nizza blindata, nella quale c'è l'obbligo di mascherina 24 ore su 24 oltre alla raccomandazione di mantenere le distanze di sicurezza. Ci hanno detto che il pubblico non potrà accedere alla zona di partenza e di arrivo».

Come arriva a questo Tour?

«Dopo tanto lavoro, dopo qualche buona prestazione e un buon recupero in quota al Sestriere. Per questo ho saltato Emilia e campionato italiano e spero di essere pronto per dare il meglio di me stesso in una corsa che, lo sappiamo tutti, è la più difficile e complicata di tutte».

Che cosa si aspetta?

«Bella domanda. Mi aspetto di non dover aspettare. Di non restare indietro, di stare nel vivo della corsa, dove sono stato abituato a stare. In queste prime corse ho avuto buonissime sensazioni, ho portato a casa buoni piazzamenti che mi fanno ben sperare, ma è chiaro che mi aspetto qualcosa di più e di meglio. Poi sono qui con una maglia importante, quella della UAE Emirates, siamo un team che può contare su uno dei giovani più promettenti del ciclismo mondiale come Tadej Pocagar: è al primo Tour, deve fare esperienza, e con lui spero proprio di togliermi qualche bella soddisfazione».

È un Tour che, sulla carta, le dovrebbe piacere: tanta salita, poca cronometro.

«Difatti mi piace, altrimenti non sarei qui, la squadra avrebbe deciso per me altri programmi. La prima settimana è già durissima, ma questo Tour mi sembra particolarmente tosto, e sarà tanta la fatica da affrontare».

Faccia finta di essere un osservatore poco interessato al risultato finale: Bernal o Roglic?

«È un Tour complicato, nel quale non mancheranno le sorprese. Bernal il Tour l'ha già vinto, la sua squadra ne ha collezionati tanti, Roglic però con Dumoulin è un cliente molto scomodo, ma non sarà il solo».

Contento se...

«Se sono sereno, se resto nel vivo del gioco, se lotto senza dover soffrire, se torno ad essere Fabio Aru: posso anche perdere, ma voglio lottare».

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