Ci sono pulsioni interiori che se ne fregano dell’etichetta. Nessuno ne è indenne. Neppure i sovrani. La Regina Elisabetta II, venuta a mancare nel pomeriggio di ieri alla ragguardevole età di 96 anni, non hai mai potuto rivelarlo pubblicamente. Eppure la passione per il football – pur contrassegnata dalle dovute stille di contegno – è sempre stata un’inquilina gradita a casa Windsor.
Di lei, ora che un pezzo così autorevole del Novecento è stato grattato via, restano impresse in fondo alla mente innumerevoli flash che la ritraggono - outfit impeccabili anche sui deturpati campi da gioco - a stretto contatto con il mondo del calcio britannico. La coppa Rimet sollevata nel ’66 dai Tre Leoni? Fu lei a consegnarla nelle mani del capitano Bobby Moore. Le finali di FA Cup nel mitico ventre di Wembley? Casa sua. Anche su Euro ’96, ospitato nell’isola, giunse solerte il marchio della Casa Reale. Lilibeth, del resto, era perennemente super partes per assecondare i dettami della Corona, eppure segretamente attratta – come qualunque suddito – da un club in particolare.
I più avveduti storicamente non hanno dubbi. L’intera famiglia simpatizza, se non si vuole ciarlare di tifo spudorato, per l’Arsenal. È un fatto, del resto, che il club fosse nato nel sud di Londra, là dove sorgeva il Royal Arsenal, per poi spostarsi a nord più tardi. Una connessione intima, che si è sempre tradotta in feeling autentico. Quando i Gunners inaugurarono il nuovo Emirates – le ceneri di Highbury divenuto condominio che ancora contorcono stomaci in sequenza – invitarono la sovrana per il varo ufficiale. Elisabetta II accettò di buon grado, ma all’ultimo istante venne trattenuta da un terribile mal di schiena. Per scusarsi, pensò bene di invitare tutta la squadra a palazzo, per sorseggiare insieme un tè. “Fu un’esperienza surreale e meravigliosa”, commentò Thierry Henry, capitano degli invincibili. Ma ancora più penetranti furono le dichiarazioni di Cesc Fabregas: “Ci ha detto che il calcio le piace e che segue l’Arsenal”.
Così in molti rimasero spiazzati quando, era il 2009, da una gola profonda di Buckingham Palace si venne a sapere che era tutto sbagliato. La Regina tifava West Ham. “Non vuole che si venga a sapere – rivelò – perché deve essere vista come figura perennemente neutrale. Ma tifa Hammers, ve lo garantisco”. Un flirt, questo, che risalirebbe a quando il club – guidato da Ron Greenwood – riuscì a conquistare FA Cup e Coppa delle coppe, nello sfumato 1965.
In tempi recentissimi, la monarca non ha mancato di complimentarsi con la nazionale femminile, indicandola come esempio e ispirazione per le ragazze di oggi e
le donne del futuro.Aggrappata al decoro, ha sempre taciuto per salvaguardare interessi superiori, in ogni campo. Ma quanti dribbling interiori deve aver fatto. A Balmoral, ieri, se ne è andata – anche - una tifosa vera.
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