Niente da fare per Medvedev nel 15° atto della saga che lo vede contrapposto al nostro Sinner. Nella cornice particolare di Riad, sede della milionaria esibizione del "Six Kings Slam", il russo è stato di nuovo sconfitto. Jannik gli ha impartito una dura lezione con un mortificante 6-0 6-3 e quest'oggi affronterà di nuovo Novak Djokovic. Questo mentre in giornata hanno fatto discutere le motivazioni del Tribunale di Arbitrato dello Sport che lo scorso marzo avevano portato alla squalifica di Simona Halep, vincitrice al Roland Garros nel 2018 e a Wimbledon nel 2019, ex numero 1 WTA, fermata 9 mesi per «incauto utilizzo di un integratore contaminato», assunto dalla rumena sotto consiglio della fisioterapista personale «che non è un medico o un clinico». Come si legge nella sentenza dell'arbitrato presieduto da Annabelle Bennett, viene però precisato anche che: «L'atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l'affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche».
Una considerazione che potrebbe far preoccupare il pusterese, visto il coinvolgimento anche nel suo caso del fisioterapista, Giacomo Naldi.
Certo, ci sono delle differenze in termini di gravità in quanto nel caso della tennista rumena parliamo dell'assunzione diretta di un integratore, mentre in quello di Sinner di una contaminazione indotta dall'uso di uno spray da parte di Naldi per una propria ferita al mignolo della mano. Resta però il coinvolgimento di una persona non con le dovute competenze mediche che ha usufruito di un prodotto dopante. Pertanto, il grado di negligenza in questa situazione potrebbe incidere.
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