Domani alle zero zero e un secondo, un ragazzone di quasi 29 anni potrà indossare per la prima volta la maglia azzurra e dal sette agosto lotterà per portare l'Italia là dove non ha mai saltato: a tentare di vincere l'oro olimpico nel salto triplo. Il ragazzone è molti uomini in uno: è un disertore per il suo Paese, Cuba; è un finanziere delle Fiamme gialle per il nostro sport; è stato un rifugiato, un senza tetto per le strade di Roma, o meglio, una strada, giorno e notte ad attendere il permesso di soggiorno. E adesso è un uomo felice «grato all'Italia che mi ha regalato gli anni più belli della mia vita e che voglio ricambiare subito, a partire da questa olimpiade».
Andy Diaz non è arrivato nel nostro Paese sui barconi e neppure attraversando frontiere di notte in mezzo a boschi e altipiani. Semplicemente, tornando dai Giochi di Tokyo, quando il volo della sua delegazione fece scalo a Madrid, Andy cambiò destinazione: meglio Roma. «Neppure la mia famiglia sapeva nulla, ma avevo studiato tutto, anche chi avrei cercato una volta giunto nel vostro Paese: Fabrizio Donato. Lo conoscevo di fama. Intanto però non avevo niente con me: ho dormito molte notti all'aperto, non avevo soldi, zero, la mia priorità era affrontare e risolvere le cose basiche per sopravvivere, mangiare, lavarmi». Fabrizio lo ascolta con tenerezza, «mi contattò tramite un messaggio sul mio profilo instagram» ricorda il bronzo olimpico di Londra 2012, bronzo quando aveva già 38 anni, bronzo in una disciplina che provoca a gambe e caviglie traumi e sollecitazioni che voi umani non potete capire. «Mi domandai subito perché proprio me? Ma prima di farsi tanti interrogativi bisognava salvarlo, toglierlo dalla strada, sul momento ero persino scettico, era novembre 2021, era ancora epoca covid, ma l'aiuto di mia moglie Patrizia, delle mie figlie Greta e Viola fu decisivo: Intanto togliamolo di lì mi dissero, portiamolo a casa con noi, poi penseremo a tutto il resto».
E tutto il resto era tanta roba, tutto il resto «era quel che voi e io di solito portiamo a termine in anni e anni per i nostri figli, intendo iscrizioni, burocrazia, tessere fiscali, documenti, medici di base, vaccinazioni, ogni cosa; per Andy noi facemmo tutto in pochi mesi e così fu presto pronto per gareggiare. Io appartengo alle Fiamme Gialle, sono un finanziere, fui molto attento alle regole. Poi Andy entrò in pedana e saltò». E quei suoi salti volanti sempre abbondantemente oltre i 17 metri fecero il resto.
«Ma poi ti sei dato delle risposte al perché scelsi te?» sembra quasi domandargli Andy sornione. «Eccome, perché sarai anche un po' paraculo a volte, ma davvero mi ero chiesto come mai proprio io: ci eravamo giusto salutati e incrociati qualche volta sui campi a fine carriera... Capii tutto quando mi dicesti: Sei l'unico che potrà farmi saltare fino a 40 anni». Fabrizio comprese anche di aver per le mani un fuoriclasse ed Andy iniziò subito a ricambiare. «Dopo qualche tempo gli trovammo un alloggio, poi le Fiamme gialle con cui allenarsi e vivere» e adesso il rifugiato è un finanziere che se non fosse per lo sport potrebbe essere anche in servizio alla frontiera, in fondo sono queste le storie belle del mondo. «E io voglio ricambiare con tutto me stesso il vostro paese. Ho sofferto in giugno, durante gli Europei di Roma, non potevo ancora gareggiare con l'azzurro, ho sofferto a guardare i rivali fare misure che erano alla portata, ho sofferto a non poter salutare il presidente Mattarella come fatto da tutti gli altri, vi devo tanto, devo tanto a questo paese».
Andy ha già iniziato a ricambiare da quando per meriti sportivi e servizi al Paese ha ottenuto la cittadinanza, ha anche vinto in Diamond League e, sotto le cure di Donato coach, ha migliorato più volte il proprio personale.
Nonostante fino alle 00 e un secondo di domani non possa saltare per l'Italia (devono passare tre anni dall'ultima competizione con la maglia di un'altra nazionale) quest'anno detiene la quarta prestazione stagionale (17 metri e 75). «Facciamo così: se tutto dovesse andare bene» la butta lì Fabrizio Donato, «visto che Tamberi è andato in aereo con il presidente Mattarella, magari Andy potrebbe andarci a cena...».
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