Marcello Di DioRoma Un po' confusa e al tempo stesso un po' irresistibile. Una Roma da lettino dello psicanalista, tanto è vero che il ds Sabatini definisce il gruppo «bizzarro al quale ogni tanto saltano i circuiti nervosi». A due mesi e mezzo dall'inizio della stagione non si capisce ancora il vero volto della terza Roma di Rudi Garcia ed è difficile comprendere dove potrà arrivare. L'ultima notte da brividi racconta di problemi tattici, ma non solo. Come si può spiegare il black-out improvviso mentre la squadra ha in mano l'inerzia della sfida, evaporando in pochi minuti? E come si spiega la superficialità con cui la squadra giallorossa entra ed esce dal match?Le risposte arriveranno con il tempo, anzi Garcia spera il più presto possibile. Intanto deve fare i conti con una difesa violata 14 volte su 15 quest'anno (e sempre nelle ultime 12 gare, striscia negativa ripetuta solo un'altra volta dagli anni '50 a oggi). Troppi i 23 gol incassati in 15 uscite tra campionato e Coppa ma soprattutto è incredibile vedere ancora movimenti e marcature sbagliate al primo dribbling degli avversari, come se si fosse in fase di preparazione e non quasi al giro di boa dell'annata. Lo stesso Sabatini mercoledì sera ha rimpianto i tempi della coppia Benatia-Castan che avevano reso quasi impenetrabile la retroguardia giallorossa. Di fatto un'indiretta ammissione di colpa per le magagne in fase di campagna acquisti.Il rovescio (positivo) della medaglia è un attacco scintillante, che ha «steccato» solo a San Siro e che mercoledì sera ha toccato il traguardo di 35 centri e ha salutato il ritorno al gol di Edin Dzeko. Un gol atteso come attesa era la vittoria in Champions che mancava alla Roma da 14 mesi. Ma quel black-out ha rischiato di allungare ancora un po' il periodo di digiuno sul palcoscenico continentale più prestigioso oltre che di compromettere in maniera irreparabile il cammino europeo della truppa di Garcia.«Quando siamo in vantaggio cala la concentrazione, dobbiamo migliorare quest'aspetto», così Pjanic, ancora una volta eroe sotto i riflettori per il rigore che ha salvato una Roma a lungo spietata ma anche folle. «Non può succedere in grandi partite come questa che nei primi sei minuti del secondo tempo spariamo dal campo, dobbiamo migliorare dal punto di vista mentale», gli ha fatto eco il connazionale Dzeko, uscito dalla notte dell'Olimpico liberato dall'incubo di un gol che faticava a trovare, al di là di un'altra prova di grande sacrificio per la squadra.Missione compiuta, ma con gran fatica e a un prezzo troppo alto. Ieri nello spogliatoio di Trigoria teneva banco più la conta dell'infermeria che non la vittoria di carattere con il Leverkusen. In vista del derby di domenica con la Lazio, è già scattata l'emergenza. Maicon, De Rossi e Florenzi - già acciaccati alla vigilia della partita di Champions - hanno accusato problemi muscolari (Garcia da cicala qual è non li ha risparmiati) e solo il terzo ha chance di essere in campo nella stracittadina. Sarebbe l'unico romano della truppa giallorossa a giocare il derby considerando anche la lungodegenza di Francesco Totti (il capitano dovrebbe tornare a disposizione per Roma-Atalanta del 29 novembre).
Per il brasiliano un guaio alla coscia sinistra che rischia di tenerlo fuori anche dopo la sosta del torneo, per il centrocampista l'affaticamento a un adduttore che consiglierebbe un utilizzo più accurato, tanto che anche Conte (in tribuna all'Olimpico mercoledì) rischia di doverci rinunciare per la doppia amichevole di novembre. In più mancherà Pjanic squalificato, Garcia pensa a Keita. «Il derby? Ho una gran paura...», ha confessato Sabatini. Solo pretattica?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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