Saronni: "Il Milan è come il Mortirolo. Ma il titolo si perde nelle tappe minori"

L'ex campione: "I nerazzurri spesso sono caduti in queste trappole"

Saronni: "Il Milan è come il Mortirolo. Ma il titolo si perde nelle tappe minori"

Beppe Saronni, 64 anni, due Giri d'Italia e una marea di classiche vinte, campione del mondo 1982, è interista da sempre «anche se non ricordo come lo sono diventato...». Nessuno meglio di lui può spiegare come si vince una corsa a tappe. Anche nel calcio.

Come stai in testa senza perdere la testa?

«In un Giro d'Italia è nell'ultima settimana, sulle grandi salite, che si decide chi vince. Nel calcio è uguale: puoi anche andare spedito per tutto il campionato ma se negli ultimi mesi hai le gambe molli sei finito».

Più importante stare bene fisicamente o non perdere la testa?

«Nello sport non ci sei con la testa quando non ci sei con le gambe e mai viceversa. Se hai la condizione fisica giusta hai tutto».

Il Milan è una Grande Salita?

«Lo sono gli scontri diretti. Milan e Juventus sono come lo Stelvio e il Mortirolo, le sfide dirette dove fai la differenza. Ma sono le squadre minori, come le tappe che prendi sottogamba, che ti fanno perdere i campionati se non hai motivazione e concentrazione. L'Inter spesso è caduta in queste trappole».

Cosa le piace dell'Inter di quest'anno?

«Inzaghi. Non pensavo riuscisse a tenere insieme e a migliorare questo gruppo dopo i pezzi perduti per strada. La squadra non è migliorata a livello individuale ma lui ha tirato fuori la continuità che serve per vincere».

Chi è Saronni nell'Inter?

«Non c'è e questo paradossalmente è un vantaggio. L'Inter è un gruppo fortissimo anche senza il fuoriclasse che fa la differenza».

A che corridore somiglia l'Inter?

«L'Inter è un passista scalatore, vincente e di grande intelligenza. Direi Felice Gimondi».

Cosa le manca per essere imbattibile?

«Proprio i grandi solisti, anche se so che i costi sono quelli che sono. Sennò in Europa saremo sempre dei gregari».

La rivalità però è importante.

«Fondamentale. Milan e Inter hanno spezzato lo strapotere della Juve e rimesso Milano e la sua storia al posto che meritano».

A proposito: anche Francesco Moser, suo grande rivale, è interista...

«Ecco questo non l'ho mai capito».

Scusi, in che senso?

«Pensavo che i tifosi interisti fossero di un altro livello». (ride)

Scherzi a parte. Parlavate mai dell'Inter?

«Certo che no (ride ancora). Noi litigavamo su tutto. E sull'Inter non potevamo»

Più rivale il Milan o la Juventus?

«Il Milan non è meglio della Juve ma la Juve è la nostra nemica numero uno».

Con Vlahovic può ritornare in cima?

«Alla Juve mancano tante cose: un singolo non aiuta un gruppo se il gruppo non c'è. Devo dire che mi ha deluso Dybala pensavo migliorasse molto di più».

Dicono che venga all'Inter...

«Ah beh, allora cambia tutto. Se viene all'Inter cambio parere, se viene all'Inter si inserisce in un bel gruppo che lo può esaltare».

Come vede il derby?

«I valori dicono Inter, ma il Milan fa paura».

Vedrà il derby?

«Un tempo di sicuro, poi vediamo. Se si mette male mi dò alla fuga...».

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