Sassuolo oltre De Zerbi. Milan battuto sul campo e non con le parole

Il tecnico contro la SuperLega, la squadra e Raspadori complicano la Champions di Pioli

Sassuolo oltre De Zerbi. Milan battuto sul campo e non con le parole

In poche ore il Milan è uscito dalla super league e ha perso anche il secondo posto. Merito esclusivo del Sassuolo che ha centrato, sotto la pioggia di San Siro, il terzo successo consecutivo. A rimontare il sigillo di Calhanoglu, una promessa del calcio italiano, Giacomo Raspadori, 21 anni, bolognese di Bentivoglio. Forse è il caso che Roberto Mancini gli dia più di un'occhiata perché può tornare utile nel prossimo europeo. Non è un gigante, intendiamoci, 172 centimetri appena, un concentrato di velocità, tocchi felpati, tecnica e astuzia. De Zerbi che da tempo ne sta coltivando e centellinando il talento, qualche giorno fa, lo prese da parte e gli disse: «Tu devi venire con me a rubare qualche portafoglio». Intenzione metaforica, naturalmente. Traduzione della frase: devi diventare più furbo, più scaltro in area di rigore. E infatti dopo la precedente esibizione con la Fiorentina, eccolo ieri entrare a poco meno di mezz'ora dalla fine, e firmare la doppietta che ha steso il Milan e messo in discussione la sua partecipazione alla Champions. Nell'occasione è riuscito a uccellare persino il «mastino» Tomori.

Nel primo caso ha scelto un tocco felpato su invito di Toljan, nel secondo ha mandato a vuoto Tomori e chiuso con un diagonale imprendibile per Donnarumma. La lezione della serata amarissima per il Milan, cominciata con la dichiarazione di Maldini («non sapevo della Super League»), è una soltanto: a marcare la differenza tra le due squadre sono state le rispettive panchine. De Zerbi ha lanciato a metà ripresa Traore, Tojan e appunto Raspadori raccogliendo il frutto di una inattesa e clamorosa rimonta, Pioli ha provato con Mandzukic, Krunic e Diaz senza ottenere un risultato concreto. Anzi finendo sotto sopra grazie alle ripartenze del Sassuolo. È vero: nel primo tempo, l'espressione migliore dei rossoneri, sia Leao che lo stesso Calhanoglu hanno avuto la possibilità di allungare sul 2 a 0 senza riuscirci. Ma qui il ragionamento riporta a Ibrahimovic, ancora fermo ai box nonostante fosse reduce da un viaggio a Stoccolma e da qualche allenamento. Bisognerà interrogarsi sulla tenuta del suo fisico, naturalmente. Senza di lui, i nodi sono venuti al pettine. Nonostante la prova della prima frazione, il terzo gol firmato da Calhanoglu nel primo e la tenuta, fino all'ora di gioco, di tutto il quintetto difensivo, da Calabria fino a Dalot che hanno in pratica disarmato Berardi e Boga, l'attacco di De Zerbi. Perciò il tecnico alla fine ha scelto di puntare tutto sulla panchina e di provare con 4 attaccanti a risalire la china del risultato.

«Non meritavamo di perdere, non siamo riusciti a chiuderla, questo il nostro peccato» l'analisi di Pioli che non può citare Leao ma ancora una

volta il suo contributo è stato molto al di sotto della sufficienza. E questa volta ha giocato al fianco di Rebic con la formula del 4-4-2 che poteva essere ideale. La morale: non basta un tempo per domare questo Sassuolo.

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