Tassare le scommesse online e girarne una parte alle società di calcio per rifare gli stadi, in attesa di privatizzare tutti (o quasi) gli impianti sportivi in vista degli Europei del 2032 che l'Italia dovrà organizzare assieme alla Turchia. C'è un emendamento alla Finanziaria che prevede «un prelievo sulla raccolta delle scommesse online per finanziare interventi infrastrutturali e di ristrutturazione degli stadi» su cui, secondo le indiscrezioni di ieri, dovrebbe esserci l'ok della maggioranza di governo che oggi potrebbe farlo confluire nel maxi emendamento su cui mettere la fiducia.
Ma come far convivere il gioco d'azzardo e i finanziamenti alle società sportive, come succede in Premier League? C'è un espresso divieto ai club di ottenere ricavi dalla pubblicità delle società di scommesse (sul tavolo c'è una torta da almeno 100 milioni di euro, secondo i calcoli degli esperti) per contrastare la ludopatia che impedisce «qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive», deciso nel 2018 dal Movimento Cinque Stelle con i governi di Giuseppe Conte.
Un divieto previsto dal decreto Dignità che la maggioranza vorrebbe abolire attraverso la cancellazione della dicitura «anche indiretta», con un emendamento firmato dal presidente della Lazio e senatore di Forza Italia Claudio Lotito che potrebbe estendere l'abolizione anche alla stessa Lega Calcio.
D'altronde, in questi anni le società hanno trovato diversi escamotage, anche perché se l'obiettivo di combattere la ludopatia è nobile e meritorio («Si combatte attraverso un gioco regolamentato e tracciato», sostiene il ministro per lo Sport Andrea Abodi), è altrettanto vero che in questi anni sono aumentati a dismisura i siti illegali e il mercato nero delle scommesse, che oggi vale quasi 2 miliardi (di cui uno sottratto all'Erario) e attrae 4,4 milioni di scommettitori, in pratica uno scommettitore frequente su sei. In ballo ci sarebbe anche una percentuale delle scommesse sportive che derivano dagli eventi sportivi organizzati dalla Figc, così da creare un altra fonte di ricavi per le società.
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